Zaia: «Tamponi a chi arriva dalla Francia meridionale». E l'età media del contagio scende a 39 anni
Imposto il tampone per chi arriva dalla Francia meridionale in relazione a un importante focolaio a Cap d'Agde, sede di un importante camping naturista

VENEZIA. Tamponi a chi proviene dalla Francia meridionale. E la conferma: il fenomeno dei vacanzieri pesa chiaramente sulla trasmissione del Coronavirus e sull'emergenza in Veneto. Sono queste le considerazioni offerte dal presidente regionale Luca Zaia nella conferenza stampa di giovedì mattina dalla sede della Protezione civile di Marghera.
TAMPONI DALLA FRANCIA
Zaia ha annunciato un’ordinanza (o una circolare) che imporrà il tampone per chi arriva dalla Francia meridionale. Era già obbligatorio per chi ritorna da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Il motivo? Un focolaio importante ad Agde, in Occitania, che ha fatto registrare numerosi positivi ritornati poi in Austria, Olanda e Gran Bretagna. In questa località, peraltro, si trova uno dei più importanti camping naturisti d'Europa.
«Le vacanze pesano, è inutile nasconderlo» ha ribadito Zaia «Se, come confermato in queste ore, a Treviso ci sono 35 persone che non si conoscono, tutte positive, e che arrivano tutte dalla Croazia, allora capiamo che il tema dei vacanzieri è davvero importante e impattante. L’ordinarietà della trasmissione “locale” è superata dalla straordinarietà del fenomeno dei vacanzieri».
Da qui l’annuncio circa il potenziamento dei punti di accesso rapido al tampone in tutte le Usl venete. In questi siti si può effettuare il tampone dalle 7 alle 13, senza prenotazione, anche il sabato e la domenica. «Stiamo lavorando per permettere a chiunque, alla bisogna, di presentarsi in questi punti, per sottoporsi al test».
Il futuro sarà il tampone per tutti i turisti, di rientro o in arrivo? «Sarebbe chiaramente la situazione ottimale, ma è improponibile. Un test rapido costa 11 euro: se ne fai 20 mila al giorno spendi 200 mila euro, che al mese diventano 6 milioni. Una spesa altissima per appena 20 mila test al giorno. Non si può fare, anche considerando che il Veneto fa 70 milioni di presenze turistiche. Sono numeri da paura»
I NUMERI
I tamponi effettuati in Veneto hanno superato quota 1,4 milioni: «Se non fai i tamponi non trovi positivi: qualcuno deve ancora capirlo in giro per l’Italia», ha sottolineato con una vena di polemica Zaia. I positivi sono cresciuti di oltre 2 mila unità in 90 giorni: dai 18.950 del 18 maggio ai 21.534 di oggi. In isolamento, nello stesso arco temporale, si è passati da 3.565 a 3.870 persone. E ancora, i dimessi sono cresciuti e da 3.187 si è arrivati a quota 3.808. I ricoverati oggi sono 118 (erano 541 il 18 maggio, 2.300 nel momento peggiore della pandemia) e dei 118 solo 35 sono positivi. In terapia intensiva si trovano 8 persone: tre mesi fa erano 51.
Tra i ricoverati in terapia intensiva a Padova c’è ancora la bimba di 5 anni, ma Zaia ha aggiornato sulle situazione clinica della bimba: «Non è in queste condizioni per il Coronavirus. La patologia che l’ha portata a cure intensive è ben altra e la conferma ci arriva dallo Spallanzani. Ci sono poi altri due ricoverati in terapia intensiva a Padova: uno è positivo ma ha avuto un infarto, l’altro è effettivamente un 90enne portato in questa situazione dal Covid-19».
I decessi sono saliti a 2.100, 297 in più rispetto al 18 maggio.
Il vero dato su cui Zaia riflette è però quello della sintomaticità. Su 6.565 persone isolate a casa, i positivi sono 1.789. Solo il 27,25% degli isolati è dunque positivo. Dei 6.565 i sintomatici scendono addirittura a 135, il 2,06%, E ancora: 135 sintomatici sui 1.789 positivi totali e isolati in casa corrisponde al 7,55%.
L’età media dei positivi è scesa a 39 anni.
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