Una casa per i bimbi di Gaza: «Negli occhi dei piccoli c’è l’orrore, ma anche una scintilla di speranza»
Simone Benato è un volontario della Croce Verde di Padova che ha partecipato a uno dei trasporti sanitari per l’accoglienza: «Quando te li trovi davanti, con le loro ferite, cade ogni filtro e la guerra ce l’hai davanti agli occhi»

Un bambino che vede la guerra non la dimentica. Non solo per le ferite che bruciano sulla carne. È un’immagine che si fissa nello sguardo e come un’ombra lo condanna per sempre a un velo di dolore. È questo che Simone Benato ha colto quando ha visto aprirsi il portellone dell’areo del viaggio umanitario che ha portato alcuni bimbi di Gaza in Italia.
Simone Benato è un volontario della Croce Verde di Padova e ha partecipato al servizio di trasporto dei bimbi avvenuto il 13 febbraio. Un’ambulanza e un pulmino partiti da Padova sono andati a prendere i bambini e le loro mamme all’aeroporto di Linate.

Come operatore della Croce Verde come ha affrontato questo incarico?
«Abbiamo operato con il coordinamento del Suem 118 regionale, diretto da Paolo Rosi, tramite il nostro 118 e per me, e tutta la Croce Verde, è bello sentirsi parte di questa magnifica rete di supporto per aiutare i bambini palestinesi. Quando sei chiamato a fare qualcosa per dei bambini che stanno soffrendo senti che puoi fare la tua parte in qualcosa di importante».
Come ha visto i bambini che siete andati a prendere?
«C’era sicuramente molto sgomento e smarrimento dovuto anche al trambusto del viaggio. Possiamo solo immaginare cosa possa significare per loro abbandonare tutto e partire senza sapere bene cosa accadrà. Cercavano gli occhi delle loro mamme come per rifugiarsi in qualcosa di sicuro. I loro occhi, quelli dei bimbi, sono velati di dolore anche se si percepisce una scintilla di speranza».
C’è stata qualche interazione con i bimbi?
«Quando si va nell’aereo per caricarli in ambulanza o nel pulmino si affidano senza paura a noi che li prendiamo in braccio. Non mostrano diffidenza e forse in quel momento la figura dell’adulto torna a infondere in loro un po’ di fiducia. Si percepisce una gratitudine profonda. Cerchiamo di inquadrare la situazione parlando con i mediatori linguistici e culturali che sono sempre presenti in queste situazioni, parlando anche con le mamme che accompagnano i bambini».
Cosa ha provato dentro di lei in quei momenti?
«È un’esperienza particolare, avere di fronte quei bambini feriti trasforma quello che vediamo quotidianamente alla televisione in realtà. Te lo trovi davanti, in carne e ossa. Ti viene un nodo in gola, si stringe il cuore perché l’orrore della guerra ti guarda dritto in faccia, senza filtri. Quei bimbi la guerra se la portano dietro e io davvero spero che se un giorno ripartiranno da qui il loro cuore sia finalmente guarito dall’orrore che hanno vissuto».
Lei ha avuto l’impressione che queste famiglie abbiano lasciato la loro terra con l’idea di non farvi più ritorno?
«No, anzi. Loro vivono questi viaggi come “parentesi” necessarie ma il loro desiderio, forte, è di ritornare a casa, nel loro Paese. Rivogliono la loro vita e non hanno perso la speranza di ritrovarla un giorno lì dove l’hanno lasciata».
La città di Padova, la sua rete sociale, l’ospedale e la Pediatria in particolare, sono protagonisti della rete di accoglienza che in questi mesi è rivolta ai bimbi di Gaza. Cosa si prova a farne parte?
«Per me è motivo di grande orgoglio. È bello sapere che viviamo in un contesto solidale, dove si accoglie e si aiuta. Ed è un onore poter fare la nostra piccola parte».
Come aiutare

Il Mattino di Padova e il gruppo Nord Est Multimedia sostengono il progetto di accoglienza dell’associazione “Padova abbraccia i bambini”. Il progetto si chiama “Una casa per i bimbi di Gaza” e prevede, come obiettivo primario, di dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini che vengono in città a curarsi.
E’ stato aperto un conto corrente ad hoc per favorire le donazioni all’associazione, questo è il codice Iban: IT09S0103012190000004226104.
Per informazioni o segnalazioni di disponibilità scrivete a questa mail: cronaca@mattinopadova.it
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