«Spezzare le nuvole con l’arte»

Inaugurata “Spiriti Vitali” di Zhenwei Zeng a Forte Marghera

un ideale messaggio di pace da parte di un grande artista cinese

«La bellezza può trascendere le differenze culturali, unendo l’umanità in una condivisione gioiosa».

Giovanna Pastega

«Insieme spezziamo le nuvole, dissolviamo la nebbia e ascendiamo verso la luce del sole».

Con queste parole, che invitano alla solidarietà tra esseri umani per superare il buio, le ferite del vivere contemporaneo e ascendere verso la luce, tra effetti di fumo e il suono profondo e vibrante di una tromba jazz, si è inaugurata ieri la mostra “Spiriti vitali” dell’artista cinese Zhenwei Zeng, che da oggi sarà aperta al pubblico negli spazi di Forte Marghera.

Per un mese fino al 5 agosto il Padiglione 36 ospiterà le architetture umane primordiali, i celebri tube man, di uno degli esponenti più importanti dell’arte pubblica della Cina contemporanea.

Organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Venezia e curata dal Prof. Paolo Fraternali, docente di Grafica d’Arte, in collaborazione con la Fondazione Forte Marghera e Linli Art Space «la mostra - sottolinea Riccardo Caldura direttore dell’Accademia - prosegue il nostro programma di cooperazione internazionale asia.program ABAV, che ha come obiettivo non solo l’aspetto formativo e didattico, ma anche la valorizzazione delle ricerche contemporanee internazionali attraverso il contatto diretto tra istituzioni e il dialogo tra poetiche e sensibilità artistiche diverse. Non a caso dopo questa importante mostra a settembre torneremo a Forte Marghera con “Multiverse”, un’esposizione dedicata alle esperienze più tecnologiche dell’arte cinese contemporanea».

Al centro dell’opera di Zhenwei Zeng a Forte Marghera una riflessione profonda sulle energie spirituali primordiali dell’essere umano e sulla possibilità di riattivare nella società contemporanea un percorso filosofico collettivo che parta innanzitutto dalla ridefinizione del ruolo dell’artista e dalla possibilità di superare gli inutili conflitti del nostro vivere sulla terra intercettando un linguaggio simbolico comune capace di riportarci al primordiale equilibrio con le forze della natura e gli spiriti che ci trascendono. Ecco allora la magia plastica dei tube-man di Zeng Zhenwei rappresentare con forme essenziali e assolute un«jazz player» e una «sacra famiglia» sullo sfondo di pannelli grigi rigati dall’action painting, scelta dall’artista come precisa citazione pittorica e al contempo come destrutturazione cromatica dello spazio, dove il racconto di piccoli esseri in eterno movimento, gli uni accanto agli altri, si articola in una corsa drammatica, ma piena di speranza verso la luce.

«I tube man - spiega Paolo Fraternali - sono una sorta di totem senza tempo che emettono segnali, vibrazioni, capaci di riconnetterci in modo quasi istintivo agli spiriti vitali, alle energie creatrici. Le recenti opere di Zeng, comprese anche le imponenti sculture urbane come quella realizzata a Guangzhou in Cina, ci riportano ad una intensità misteriosa, quasi ascetica, che ci permette di ricollegarci all’esperienza primordiale dell’uomo preistorico, che era in grado non solo di percepire i regni della natura visceralmente, ma anche di contemplare il divino in un uno stadio intermedio tra veglia e sonno». Ecco che Oriente e Occidente in questa visione dello spirito vitale sembrano unirsi e attraversare la storia antica e contemporanea, passando, come ricorda il curatore, dalla tradizione spirituale e artistica cinese alla semplicità armoniosa del rapporto con la natura di S.Francesco d’Assisi per approdare all’essenza della beat generation on the road di Jack Kerouac.

Nato nel 1960 nella provincia cinese del Guangdong, Zhenwei Zeng inizia a formarsi da autodidatta durante gli anni della rivoluzione culturale. Dopo un dottorato in Ingegneria Artistica in Giappone e una serie di viaggi che lo porteranno ad incrociare l’arte americana e italiana si concentrerà sul design e le installazioni pubbliche monumentali, fondendo linguaggio visivo contemporaneo e simbolismo tradizionale.

«Oggi - spiega l’artista - in un’era di progresso tecnologico, presunte élites e politici ambiziosi, fomentano conflitti razziali e nazionali, erigendo muri tra esseri umani. Di fronte a tale divisione, credo fermamente che l’arte possa essere un catalizzatore spirituale: ammorbidire, sciogliere, alleviare relazioni umane frammentate. Oltre ad offrire speranza ed elevare lo spirito l’arte può trascendere le differenze culturali, unendo l’umanità in una condivisione gioiosa. È questa la mia missione artistica: su semplici forme cilindriche, costruisco figure che incarnano le emozioni umane, affinché ogni osservatore vi si riconosca, risuonando, danzando, comunicando, respirando assieme, condividendo gioie e dolori della Terra». Accanto alle opere di Zeng nel Padiglione 36 anche la mostra collettiva “Spiriti Vitali inFormazione”, curata da Cinzia Tusini, dottoranda di ricerca all’Accademia di Belle Arti di Venezia, che accoglie le opere di incisione realizzate da 15 studenti dell’Accademia, ispirate ai contenuti del grande artista cinese.

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