Alex Zanardi, handbike distrutta contro un’auto

PADOVA. La fibra di carbonio è una vera figata, se è usata nei mezzi di trasporto come auto da corsa, biciclette, elicotteri. Sorprendentemente leggera, ha dei pregi unici e ineguagliabili da altri materiali, ma un solo, grande difetto: non si rompe, si disintegra. Alessandro Zanardi, doppia medaglia d'oro alle Paralimpiadi di Londra, aveva una handbike in fibra di carbonio nuova fiammante. Un gioiellino firmato Dallara (sì, quello delle auto da corsa), arricchito con l'esperienza dell'ex pilota, che ha voluto forcella, perni, attacchi leggerissimi e fusioni speciali. Era l'handbike progettata per Rio. Era, appunto, prima dell'incidente che ha coinvolto l'azzurro, sabato scorso a Ponte San Nicolò, quando un'auto è sbucata da una stradina laterale.
L'impatto è stato inevitabile, ma per fortuna Zanardi non si è fatto nulla di grave (a parte qualche botta, a quanto pare). Il problema ha riguardato semmai l'handbike, che dalla fase di collaudo è finita diretta nella fase di smaltimento rifiuti, impattando - si spera in modo lieve - sulla preparazione olimpica e sull'assestamento uomo-mezzo. Già l'anno scorso, più o meno in questo periodo, Zanardi aveva avuto un altro incidente durante l'allenamento, ma in quell'occasione - scendeva dai Colli. L'esito quella volta fu peggiore per l’atleta, dato che si ruppe la clavicola.
Ora il pilota bolognese, padovano d'adozione, è in ritiro - con un'altra handbike, naturalmente - con la nazionale a Pineto (Teramo): sta affiancando i compagni di squadra nella preparazione per i Campionati mondiali su pista che si svolgeranno al velodromo di Montichiari il 19 e 20 marzo. Lui non gareggerà, ma la sua presenza è sempre molto importante per lo spirito del gruppo e per quello agonistico. Poi Zanardi riprenderà la sua preparazione per Rio, sperando di non avere altri pericolosi intoppi.
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