Cerimonia senza effetti speciali E un messaggio per Bruxelles

La cerimonia inaugurale stacca definitivamente la spina dalle residue tracce del Patto di Varsavia. La Polonia entra a gambe unite nella Comunità Europea, chiede, anzi pretende, un posto in prima...
Dall’inviato
Artists perform during the opening ceremony of the Euro 2012 soccer championship in Warsaw, Poland, Friday, June 8, 2012. (AP Photo/Matt Dunham)
Artists perform during the opening ceremony of the Euro 2012 soccer championship in Warsaw, Poland, Friday, June 8, 2012. (AP Photo/Matt Dunham)

La cerimonia inaugurale stacca definitivamente la spina dalle residue tracce del Patto di Varsavia. La Polonia entra a gambe unite nella Comunità Europea, chiede, anzi pretende, un posto in prima fila a Bruxelles temporeggiando però sull’euro perché il caro vecchio “zlotny” nonostante qualche acciacco tiene bene e forse dà più garanzie della moneta unica. La protesta di Solidarnosc e figure come Lech Walesa e Witold Jaruzelski appartengono alla preistoria. La Polonia ha lineamenti occidentali e tratti più capitalisti che mai. E cresce. Ne sa qualcosa Sergio Marchionne, che da queste parti ha la seconda casa e che si lamenta già dei lauti guadagni degli operai polacchi.

Varsavia, metropoli slava di tradizione, ma germanica di vocazione, viaggia in corsia di sorpasso e la rassegna europea sembra sdoganare definitivamente un paese che ha rapidamente chiuso il gap con Repubblica Ceca e Ungheria, le sorelle maggiori nella corsa all’Ovest. E allora ecco gli Europei condivisi con l'Ucraina per vincere la concorrenza in fase di assegnazione delle Uefa ma portati avanti individualmente perché rispetto al vicino di casa la Polonia ha la finestra aperta sul mondo: stadi moderni ed efficienti, ristrutturati o costruiti ex novo a tempo record mentre a Kiev ci sono ancora le ruspe. Nuovissimo è anche lo stadio Narodowy di Varsavia, una corona senza spine rigorosamente biancorossa, i colori sociali di una nazione giovane e con grandi aspettative. La cerimonia è affidata alla regia di Marco Balich, il guru del settore che ha firmato anche i Giochi invernali di Torino 2006. Nessun effetto speciale, la tecnologia viene lasciata nel cassetto ma uno splendido gioco coreografico animato da 800 figuranti che muovendosi con sincronismo perfetto disegnano note, palloni e bandiere. Sembra quasi minimalista ma non lo è. Lo spettacolo, che dura poco meno di dodici minuti, emoziona con leggerezza, accarezza ma non strattona, tocca il cuore ma non affonda i colpi. Non a caso la colonna sonora non è Wagner ma Chopin, la cui “Opera 25 numero 11” viene eseguita con straordinaria naturalezza da Adam Gyorgy, pianista ungherese, astro nascente della musica classica. Classica sì ma fino a un certo punto perchè il musicista magiaro rimpalla con Dj Karmatronic che non è un marziano ma un produttore italiano che ha firmato alcuni cd di Beyonce e Kelly Rowland. Con un’improbabile e luccicante camicia dorata il deejay si sistema alla console e mixa per la gioia dei 58mila presenti allo stadio. Spettatori che vengono coinvolti nella cerimonia quando espongono dei cartelli colorati che finiscono per raffigurare le bandiere delle sedici nazioni presenti a Euro 2012. Il tutto mentre in campo lo stesso Gyorgy si cimenta coni l pallone tra i piedi: ci sa fare visto che ha giocato nella nazionale di calcio a 5 del suo paese. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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