Da Pozzonovo alle Olimpiadi di Rio: il sogno di Jet Boy

POZZONOVO. Troppo veloce. Non solo per gli avversari, che quasi non vedono arrivare i suoi colpi; ma anche per gli arbitri, che spesso gli contestano l’eccessiva rapidità che non consente loro di capire se abbia fatto punto o meno. Lui è Jet Boy, al secolo Gianmarco Moschin, 24 anni, di Pozzonovo, pluricampione di due discipline: kick-boxing e taekwondo. «Ho iniziato a cinque anni, qui nel mio paese: le alternative erano il calcio e la pallavolo ed io, aiutato da papà Umberto, da sempre il mio più grande sostenitore, non ho avuto dubbi: ho scelto la kick- boxing».
Così, nella palestra “Iron Dojo” del maestro Lorenzo Bezzon, inventore dell’originale soprannome, Jet Boy ha dimostrato da subito un talento e una velocità innati. «I buoni piazzamenti nella gare fra palestre sono arrivati subito: finivo sempre sul podio. E se mi scoraggiavo perché non vincevo il primo posto, subito mio padre mi spronava a non arrendermi. E ne è valsa la pena». La sua casa, dove vive con mamma, papà e una sorella maggiore, è stipata di trofei: circa 450, accumulati in quasi 20 anni di carriera. Non manca un piccolo stuolo di tifosi, che lo seguono nelle varie gare incitandolo con cori da stadio. Gianmarco, tecnico meccanico nell’azienda di famiglia, 181 centimetri di altezza per 69 di peso, occhi di un azzurro trasparente e sorriso aperto, ha vinto veramente tutto: 26 volte campione italiano, un titolo mondiale nel 2004 e ben quattro titoli europei nel 2013, solo per citare i traguardi più importanti. L’anno scorso la scoperta del taekwondo, un’arte marziale nata in Corea, sport olimpico dal 2000. «Nella kick-boxing mi sono tolto ogni soddisfazione nelle maggiori federazioni: la Wako e la Wtka. E comunque so di non poter fare carriera. E allora ho provato con il taekwondo: mi sono fatto spiegare a grandi linee le regole e mi sono buttato. È andata bene, e ora sono cintura rossa».
Jet Boy colpisce ancora: si distingue subito nelle prime gare, portando a casa qualche bronzo. «Ho capito di potercela fare quando ho ricevuto i complimenti di José Maria Paloma Gonzalez, uno dei più forti taekwondoki al mondo». Iscritto all’Asd Taekwondo Città del Piave di San Donà di Piave (Venezia), Gianmarco ha come maestro Riccardo Chiumento. E quest’anno ha inanellato una serie impressionante di primi posti. «Solo nell’ultimo mese: campione italiano, campione interregionale lombardia e oro negli Open Sloveni, categoria -68 kg». Gianmarco non nasconde il suo sogno: le Olimpiadi, magari con le Fiamme Oro. Nel frattempo si allena cinque volte a settimana: due nella sua palestra Jet Boy Fighters Team, dove insegna già ad una ventina di allievi; le altre tre a San Donà («torno all’una e mezza di notte ma ne vale la pena»). A breve un viaggio di un mese in Perù, dove sono nati i suoi genitori e dove si allenerà con la locale squadra nazionale.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova