Il Cittadella cerca un altro miracolo «I tanti nuovi? Funzionali al progetto»

CITTADELLA
Sugli spalti una ventina di valorosi tifosi, pronti a sfidare l’afa per assistere alla prima sgambata dell’anno. Dall’altra parte del campo la rinnovata Tribuna Est, con i nuovi seggiolini rosso-granata che spiccano sullo sfondo bianco, e la scritta “Cittadella” che provvede a dare a tutti il benvenuto. In mezzo ci sono loro, i 26 che hanno ricominciato ad allenarsi.
C’è Siega che scherza, mentre i 9 nuovi arrivati si mettono in posa a uso fotografi: «Mi sa che dovrei sistemarmi in mezzo a loro e fare il decimo, visto che ho saltato tutto il girone di ritorno per la ricaduta di una vecchia lesione muscolare e praticamente sono un nuovo acquisto anch’io. Ora però sto finalmente bene e sono pronto a ripartire». C’è il rientrante Bizzotto, che esce per primo dagli spogliatoi ma poi non si aggrega ai compagni perché sta recuperando dall’infortunio al crociato rimediato mentre era in prestito alla Viterbese. Manca Scaglia, che sta continuando la sua riabilitazione, pure lui per il crociato. C’è Arrighini, che arriva per ultimo e rimane a osservare i compagni, ma per un motivo preciso: è appena guarito dalla varicella ed è ancora debilitato. E poi c’è il presidente Andrea Gabrielli, che passa a inizio allenamento a salutare i suoi uomini, ma poi non si ferma.
Le visite mediche di rito e i test fisici scandiranno questi primi giorni prima del ritiro di Lavarone. Non c’è il digì Marchetti, impegnato a completare la rosa e vicinissimo all’accordo con l’attaccante Mattia Finotto, della Spal, reduce da una stagione così così alla Ternana e pronto a rilanciarsi sotto le mura. Di sicuro da ieri, ufficialmente, occorre riempire il “buco” sulla destra: Salvi si è legato al Palermo fino al 2020.
Il mister, addosso la maglia gialla fluo dello staff tecnico, passa in rassegna i nuovi: «Il mercato è aperto, e tuttavia oggi la rosa su cui lavorare e a cui cercare di dare un’identità è questa. Tanti di loro sono alla prima esperienza in Serie B, ma hanno dimostrato di poter stare in questa categoria. Branca e Scappini li conosco bene perché li ho visti da avversari all’Alessandria e alla Cremonese. Drudi ha esperienza, Frare lo conosco meno ma ha qualità, Bussaglia è reduce da una stagione importante al Santarcangelo, è giovane e ha caratteristiche adatte al nostro modo di giocare. Proia è molto valido negli inserimenti, Panico ha disputato il Mondiale Under 20 e ha eccellenti mezzi tecnici, perché non sia riuscito ancora ad esprimerli completamente non lo so».
Proprio Panico, “gemello diverso” di Immobile («Ma solo esteticamente, lui è una prima punta, io una seconda»), precisa che l’accento, nel suo cognome, va sulla “i”. Accanto a lui capitan Manuel Iori, che sabato sarà premiato come “giocatore granata dell’anno” sul palco di piazza Pierobon, quando ci sarà la presentazione della squadra ai tifosi, detta la linea: «Ci sono ragazzi nuovi che dovremo cercare di far sentire subito a casa e a cui far capire come funzionano le cose. Era naturale ci fosse un ricambio».
Portieri: Luca Maniero (1995, nuovo), Alberto Paleari (1992); difensori: Davide Adorni (1992), Amedeo Benedetti (1991), Agostino Camigliano (1994), Mirko Drudi (1987, nuovo), Domenico Frare (1996, nuovo), Enrico Pezzi (1989), Alberto Rizzo (1997, nuovo), Filippo Scaglia (1992); centrocampisti: Simone Branca (1992, nuovo), Andrea Bussaglia (1997, nuovo), Lucas Chiaretti (1987), Manuel Iori (1982), Luca Maniero (1998), Simone Pasa (1994), Federico Proia (1996, nuovo), Andrea Schenetti (1991), Andrea Settembrini (1991), Nicholas Siega (1991); attaccanti: Andrea Arrighini (1990), Giulio Bizzotto (1996), Giulio Fasolo (1998), Giuseppe Panico (1997, nuovo), Stefano Scappini (1988, nuovo), Luca Strizzolo (1992). —
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