Il Padova sarà sempre più “special” Ecco il team che sogna sfide stellari

Stefano Volpe / Padova
Nemmeno il Covid li può fermare. Dopo almeno un paio d’anni di allenamenti, amichevoli, stop forzati e speranze represse di ripartenza, è pronta a salpare la squadra biancoscudata più speciale che ci possa essere.
E lo dice anche il nome. È stata presentata sabato agli impianti Vertigo di Terranegra, abbagliata da uno splendido sole primaverile, la formazione Calcio Padova for special.
Altro non è che la squadra di calcio a 7 riservata a giocatori con disabilità intellettivo-relazionale e patologie psichiatriche.
È un progetto che parte da lontano, su spinta di Davide Meneghini, consigliere comunale, e Gennaro Simeoli, presidente dell’associazione Dad Onlus. I due dirigenti hanno allestito la squadra già un paio di anni fa, hanno organizzato le prime amichevoli, prima di legarsi ai colori biancoscudati, entrando a far parte della famiglia del Calcio Padova Calcio a 5.
E così hanno potuto iscrivere la squadra al campionato di Quarta Categoria, che nell’ultimo anno la Figc ha ribattezzato “calcio paralimpico”, trovando anche l’appoggio del Cip, il Comitato Paralimpico Italiano.
Insomma, Padova era pronta da un pezzo ma ha dovuto aspettare anche le altre piazze venete che erano un po’ in ritardo e adesso sembrano essersi attrezzate. Così, sperando che non ci siano ulteriori intoppi, dal prossimo autunno potrà partire il primo campionato veneto, affiliato alla Federazione, di calcio paralimpico.
E allora, visto che proprio oggi si celebra il ritorno alla tanto agognata zona gialla, da questa settimana potranno partire gli allenamenti per permettere a questi ragazzi di farsi trovare pronti al via del campionato.
I giocatori non vedono l’ora, sia i veterani della squadra sia chi è appena arrivato. A tal proposito, la campagna acquisti (se così si può chiamare) non è certo conclusa e Padova for special è pronta ad abbracciare chiunque vorrà provare a cimentarsi con questa avventura.
Il gruppo è eterogeneo, accoglie principalmente ragazzi dai 20 ai 30 anni, ma c’è anche qualcuno di più esperto. Ci sono atleti con sindrome di Down, chi soffre di altre patologie o anche chi è rimasto vittima di gravi incidenti stradali.
Come Marco, per il quale poter vestire la maglia del Padova rappresenta un sogno incredibile: «Da ragazzo non mi perdevo una partita nella curva dello stadio Appiani. Erano anni magici, pieni di passione, poter indossare la maglia del Padova per me è un grande orgoglio».
Marco è uno degli ultimi ingressi in squadra ed è stato accolto con la consueta dose di entusiasmo che anima i giocatori di Padova special. A partire da uno dei veterani, Emanuele, che ha 29 anni e la responsabilità di portare la fascia di capitano: «Posso giocare sia da attaccante che da portiere, per me l’importante è aiutare i miei compagni. Non vedo l’ora che inizi il campionato, sarà una grande emozione, speriamo di poter sfidare le squadre più forti d’Italia. Ovviamente puntiamo a vincere».
E le squadre più forti d’Italia potrebbero arrivare già prima dell’inizio del campionato, come si augura Davide Meneghini, una delle anime di questa iniziativa: «Il nostro sogno è quello di portare a Padova le squadre special di Inter, Milan e Juventus, speriamo di poterlo fare presto. In autunno cominceremo il campionato e sarà una grande emozione per tutti noi, la Federazione ci è stata molto vicina e abbiamo davanti a noi un’opportunità unica». Il merito va anche a Mattia Arisi, presidente del Padova Calcio a 5 che ha accolto e fatto crescere la squadra negli ultimi mesi: «Abbiamo voluti renderli partecipi a tutte le nostre attività e ci siamo resi conto che sono loro a dare qualcosa a noi, arricchendo le nostre giornate».
Che sia un progetto solido e concreto l’ha fatto capire la presenza, sabato mattina al Vertigo, dell’amministratore delegato del Padova, Alessandra Bianchi, che si è presentata a tutto lo staff: «Vogliamo essere presenti nel territorio e forniremo loro tutto il supporto possibile».
A livello di campo saranno due le figure di riferimento, l’allenatore Salvatore Ferraro e l’educatore Gianluca Caridà, che da anni è al fianco di persone affette da disabilità cognitiva: «La possibilità di partecipare a un campionato di calcio può aprire uno scenario unico per questi ragazzi, permettendo loro di vivere una situazione di normalità in grado di aiutarli nella vita di tutti i giorni». —
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