Il Parma acquistato da petrolieri russo-ciprioti

La cordata versa 8 milioni a Ghirardi e si accolla i debiti. Tutte le bandierine straniere nel calcio nostrano
Calcio Serie A 2009/10 Parma- Nella Foto: Il Presidente Parma Tommaso Ghirardi
Calcio Serie A 2009/10 Parma- Nella Foto: Il Presidente Parma Tommaso Ghirardi

PARMA. Svolta nel Calcio Parma, il pacchetto azionario del club è stato ceduto ad una cordata russo-cipriota. A darne notizia l'amministratore delegato della società emiliana Pietro Leonardi. La firma definitiva dell'accordo è attesa giovedì. In mattinata è stato l'attuale presidente del Parma, Tommaso Ghirardi, a informare la squadra in ritiro a Collecchio; al suo fianco l'avvocato Fabio Giordano, il “terminale” italiano della trattativa e che nel nuovo assetto dovrebbe ricoprire l'incarico di vicepresidente. La cordata di petrolieri russo-cipriota avrebbe chiuso la trattativa per 8 milioni di euro più i debiti attualmente in carico al club emiliano.

Insomma, non saremo la Premier League che fa gola a sceicchi (Manchester City), magnati russi (Chelsea) o americani (Manchester City, Liverpool, Aston Villa), non avremo il fascino della Torre Eiffel o dei Campi Elisi che hanno fatto presa sugli emiri del Qatar ma piano piano anche l’Italia del pallone va diventando terra di conquista. L’affare Parma è solo l’ultimo della serie. Era il 1998, il Vicenza aveva da poco vinto la Coppa Italia e si preparava a un cammino in Coppa delle Coppe che si sarebbe fermato solo in semifinale e in Veneto ecco sbarcare Stephen Julius, uomo d’affari inglese che con i soldi della Enic, una finanziaria nel campo del petrolio, rileva la maggioranza del club. La sua avventura si chiuderà nel 2004, senza gloria. Forse l’Italia non è pronta per certi esperimenti anche se la Juventus apre ai Gheddafi, che arriveranno a detenere fino al 7,5% delle quote bianconere. Qualcosa, insomma, si muove anche se sono più le voci che i fatti concreti. Mentre il Venezia diventa di proprietà di un consorzio di imprenditori russi con Yuri Korablin alla presidenza, alla Roma si chiude l’era Sensi. Dopo le indiscrezioni legate ai vari Tacopina, Soros e Wang Jianlin, è l’italo-americano Thomas Dibenedetto a prendersi la Roma, anche se poi passerà la mano al socio Thomas Pallotta, già proprietario dei Boston Celtics. Lo scorso anno, invece, è il turno dell’Inter: Massimo Moratti, che già in passato aveva provato a trovare un acquirente in Cina, cede il 70% della società nerazzurra al magnate indonesiano Erick Thohir, che dopo Nba (Philadelphia 76ers) ed Mls (DC United) punta dritto sull’Italia. E quando due delle principali società passano in mano straniera, allora davvero qualcosa è cambiato.

Il resto è storia recente. Joe Tacopina riesce finalmente nel suo intento di investire nel nostro calcio e si prende il Bologna mentre un Parma in gravi difficoltà trova in un consorzio russo-cipriota la sua ancora di salvezza. Ma questo potrebbe essere solo l’inizio: con un Paese in crisi e stadi da rimettere in piedi o costruire ex novo per rilanciare il pallone di casa nostra, i capitali esteri sono i benvenuti.

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