Lampo 1945: giocano, tagliano e puliscono E i nonni fanno il tifo

CARMIGNANO DI BRENTA. Quando il calcio va oltre il rettangolo verde. Nei dilettanti tra le rivelazioni di quest’inizio di stagione spicca l’ottima partenza del Lampo 1945, secondo nel girone A di Terza Categoria con tre vittorie e una sconfitta nelle prime quattro giornate. Risultati a parte, a meritare la copertina è però soprattutto la particolare storia della società, seconda realtà di Carmignano dopo quel Carmenta da anni protagonista in Prima. Il Lampo è stato fondato nell’estate del 2014 da una decina di ragazzi del paese, tutti classe 1982-1983-1984, che dopo aver fatto tutta la trafila nel vivaio del Carmenta si erano persi di vista girovagando per le squadre della zona. «Per chiudere la carriera abbiamo deciso di ritrovarci non solo nei tornei estivi ma anche durante l’anno», racconta Michele Perrone, uno dei fondatori, «Così siamo partiti da zero creando una nuova società, trovando gli sponsor per l’iscrizione e sistemando con le nostre mani il vecchio campo della “Cartiera”: a Carmignano è un’istituzione, essendo stato la casa del Carmenta dal 1921 al 1970 e di fatto il prato su cui ogni bimbo ha tirato i primi calcil pallone. Siamo noi giocatori a tagliare l’erba, pulire gli spogliatoi, tracciare le linee con il gesso. Qui nessuno percepisce un rimborso e per rinforzare la rosa abbiamo fatto una collaborazione con il Carmenta, che ci presta alcuni giovani per farli crescere. Ne è uscito un gran bel gruppo, formato quasi esclusivamente da ragazzi del paese, che già lo scorso anno ha sfiorato i playoff nel girone vicentino». La curiosità più suggestiva riguarda il nome della società. «Abbiamo riesumato il nome di una squadra sorta durante la seconda guerra mondiale. L’idea era stata del parroco, don Dino Carretta, che aveva riunito tutti i giovani sotto i 17 anni. Il team si chiamava Lampo Carmignano, giocava nel vecchio patronato che ora non c’è più e per pagarsi palloni e magliette quei ragazzini facevano i contrabbandieri di sigarette, sfuttando il carico di tabacco perso da un treno che deragliò sul nostro ponte sul Brenta. Perché proprio Lampo? Sembra che il nome fosse legato al tiro folgorante di uno di quei ragazzi: Sergio Cervato, che dopo la guerra passò nei professionisti con Fiorentina, Juventus e Spal. Collezionò pure una trentina di presenze in Nazionale e fu il primo capitano italiano a giocare una finale di Coppa Campioni». L’avventura di quella squadra durò solo una manciata di stagioni e nel 1949 il Carmenta tornò ad essere l’unico club di Carmignano. «Il ricordo è rimasto indelebile per i nostri nonni e così siamo ripartiti con quel nome. Ne abbiamo ripreso pure i colori sociali, la maglia arancione con uno scudo azzurro attraversato da un lampo, e l’inno: la marcia dei Bersaglieri, che facciamo suonare all’inizio e alla fine di ogni gara casalinga. Gli anziani del paese ci seguono con passione, raccontandoci sempre nuovi aneddoti. Dove arriveremo? Onestamente non lo so, non siamo i più forti del girone. Ma l’amicizia che ci lega e l’attaccamento alla nostra storia sono valori aggiunti importanti. Uniti a qualche piede “ben educato” ci faranno togliere delle belle soddisfazioni».
Matteo Lunardi
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