Marco Galiazzo non va a Tokyo Sfuma la quinta olimpiade

PADOVA
Per la prima volta dal 2004, l’arciere padovano Marco Galiazzo non parteciperà ai Giochi Olimpici. L’atleta dell’Aeronautica Militare è stato il primo nella storia italiana del tiro con l’arco, a vincere la medaglia d’oro individuale alle Olimpiadi di Atene e l’oro a squadre ai Giochi di Londra 2012. Ha gareggiato anche a Pechino 2008 (argento a squadre) e a Rio 2016, ma «Questa volta guarderò le gare alla televisione», riassume.
Niente Tokyo 2020? «Già, niente da fare. Pazienza, non c’è altro da dire».
Cosa non è andato per il verso giusto?
«Bisognerebbe chiederlo alla Federazione. Forse non c’è stata una scelta tecnica: una volta la squadra si formava con due atleti selezionati per punteggio e uno per scelta tecnica. Eravamo vicini con i punteggi e la scelta tecnica è stata fatta ma a favore di un altro atleta. Non saprei dirlo con certezza, le mie sono solo ipotesi. Durante le gare di selezione non avevamo grandi punteggi di differenza, ce la siamo giocata e può essere che i tecnici abbiano fatto le loro scelte. In ogni caso la squadra non si è qualificata».
Al Torneo di qualificazione olimpica svoltosi a Parigi in questo fine settimana, ai quarti, l'Italia di Mauro Nespoli, Alessandro Paoli e Federico Musolesi ha perso con l'Indonesia 5-1 e, per la prima volta da quando c'è la gara a squadre, non ha qualificato il terzetto.
Qual è stata la reazione quando ha realizzato che non avrebbe partecipato alla sua quinta olimpiade? «Un po’ di dispiacere ce l’ho, però è anche vero che ci ho provato. Forse i pass olimpici avremmo dovuto prenderli due anni fa, o forse è stato meglio che le cose siano andate così, perché rischiavo di qualificare la squadra e non me».
È come guardare il bicchiere mezzo pieno…
«Sì, non ha senso flagellarsi. Tendo a prendere le cose con distacco: se non l’ho fatto io, non mi lascio coinvolgere».
E ora quali programmi? «In questi giorni ho la gara di Coppa del Mondo a Parigi, e poi forse il Mondiale».
Cristina Chinello
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