«Oggi Alex sono questi ragazzi» L’emozione di Daniela Zanardi

La moglie del campione ha seguito la fine della staffetta Obiettivo Tricolore in videochiamata Applausi, gioia ed emozione a Santa Maria di Leuca dove è stata letta una lettera del Papa 

l’ultima tappa



Tra ulivi secolari, vigneti e campi di grano, spiagge assolate, insenature da cartolina e due mari pittoreschi increspati dal vento è terminata un’avventura carica di significato e speranza, che ha attraversato lo Stivale dal confine svizzero della varesotta Luino, sul lago Maggiore, alla punta del tacco in Puglia, per issare la sua bandiera al santuario di Santa Maria di Leuca. Obiettivo Tricolore, la staffetta di atleti paralimpici ideata da Alex Zanardi, si è conclusa ieri pomeriggio tra gli applausi, la gioia dei partecipanti e l’entusiasmo dei residenti che, con comitati d’accoglienza, bande civiche e il prezioso sostegno delle amministrazioni comunali, hanno dimostrato tutto il loro affetto e calore per una manifestazione che mai come in questo momento ha saputo coinvolgere emotivamente gli italiani, creando legami e partecipazione popolare autentica dovunque sia passata.

La giornata finale è iniziata alle 9 dalla località balneare di Porto Cesareo, sulla costa ionica, con la penultima tappa affidata a uno dei motori organizzativi della staffetta, il padovano Pierino Dainese, 60 anni, fondatore e presidente di Anmil che da due anni lavora con Zanardi come direttore sportivo di Obiettivo3. Sotto un sole cocente, sulla sua handbike ha tagliato in due il ventoso Salento, da ovest ad est, raggiungendo verso le 13 l’elegante Santa Cesarea Terme sull’Adriatico. All’arrivo un prete ha letto la lettera che papa Francesco ha scritto per il campione paralimpico, dopo il terribile incidente che lo ha visto coinvolto il 19 giugno in provincia di Siena. Insieme a Dainese hanno corso Barbara Manni, team manager di Obiettivo3, il presidente di Federciclismo, Renato Di Rocco, e una ventina di atleti di Obiettivo3 provenienti da tutta Italia, che hanno voluto aggregarsi alla carovana per il rush finale come ulteriore forma di adesione al progetto e di vicinanza al suo ideatore in questo momento delicatissimo. Tra loro anche i nostrani Annalisa Baraldo, 39 anni, di Abano Terme, Giulia Ruffato, 32 anni, di Pianiga, Gabriele Scalise, 39 anni, di Piove di Sacco e Massimo Salmaso, 49 anni, di Padova.

Per l’ultima tappa sono stati scelti due paraciclisti locali come Samantha Demontis, 40 anni, nata in provincia di Brindisi, ex ballerina, e il leccese Andrea Quarta, 46 anni, che hanno percorso l’incantevole scenario del tratto di costa a picco sul mare che saluta l’Adriatico per baciare lo Ionio, arrivando a Santa Maria di Leuca verso le 16. Gli staffettisti designati sono stati accompagnati da un codazzo di una trentina di campioni paralimpici. Molti di loro sono parte integrante di Obiettivo 3, il progetto ideato da Zanardi per avviare allo sport persone disabili. Gli atleti, ai quali viene affidata l’attrezzatura in comodato d’uso gratuito, oltre alla guida competente dei coach, trovano nei compagni punti di riferimento importanti. In tre anni ha reclutato più di 70 atleti, che hanno già partecipato a decine di manifestazioni nazionali e internazionali.

La Obiettivo Tricolore è partita il 12 luglio da Luino e in 43 tappe ha portato oltre 50 di questi sportivi a unire idealmente l’Italia messa a durissima prova dal Covid, per dimostrare che è possibile superare anche gli ostacoli che sembrano insormontabili, con impegno, passione, determinazione e spirito di collaborazione. A questo messaggio fondamentale se n’è aggiunto un secondo, più personale, dopo l’incidente a Zanardi, con la decisione condivisa da tutti, a partire da sua moglie Daniela (che ha seguito l’arrivo in videochiamata dalla Toscana) e da suo figlio Niccolò, di portare a termine la staffetta per lui. «È stato bellissimo. Oggi Alex sono questi ragazzi. E non solo oggi, ne hanno tutti un bel pezzo dentro» ha detto Daniela.

«È stata un’emozione grandissima, dopo un viaggio improvvisato all’ultimo su spinta di mia moglie, che mi ha detto “parti e vai, non puoi mancare”. Siamo qui per Alex, soprattutto per lui, e per questa straordinaria iniziativa», sottolinea Salmaso. «Partecipare a Obiettivo Tricolore è stato un modo importante per diffondere il messaggio che tutti nella vita possiamo ricevere uno sgambetto», spiega invece Baraldo, «l’Italia ne ha avuto uno grande ma è tempo di rialzarsi e di farlo alla grande. E poi era importante esserci per Alex e per la sua famiglia». —



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