Penocchio oggi in città per chiedere il fallimento del suo Padova 1910

A distanza di cinque anni l’ex patron costretto a far sparire la vecchia società (mai morta) dopo il mancato accordo sulla ristrutturazione del debito (8 milioni) con la Unicomm di Cestaro 
EDEL.CESTARO E PENOCCHIO PADOVA CALCIO
EDEL.CESTARO E PENOCCHIO PADOVA CALCIO

il caso



Vi ricordate Diego Penocchio, l’imprenditore bresciano che portò il Padova, insieme all’ex patron Marcello Cestaro, a sparire dal calcio professionistico nell’estate 2014, dopo la mancata iscrizione in Serie C, dove i biancoscudati erano appena retrocessi? Ebbene, questa mattina sarà a Palazzo di Giustizia nella veste di unico rappresentante della Football Padova Spa 1910, per discutere l’istanza di autofallimento della società davanti ai magistrati della sezione fallimentare del Tribunale (giudice delegato Micol Sabino, presidente del collegio Giovanni Giuseppe Amenduni, affiancato da Manuela Elburgo e Maria Antonia Maiolino). In sostanza, siamo all’atto finale della lunga storia del vecchio Acp 1910, diventato Football Padova 1910 quattro anni fa, dopo che Bepi Bergamin e Roberto Bonetto, con l’appoggio dell’allora sindaco Massimo Bitonci, avevano rifondato il club, una Srl con il nome di Biancoscudati Padova, ripartendo dalla Serie D. In questo quadriennio la Spa ha vissuto una sorta di “sonno”, non essendo mai fallita. Ma non esercitando alcuna attività sportiva, ha dovuto far fronte ad una pesante situazione debitoria, conseguenza della sciagurata gestione della stagione 2013/14, con Penocchio presidente e i Valentini, padre e figlio, ad affiancarlo al vertice.

I LIBRI IN TRIBUNALE

Perché si è arrivati all’epilogo di una storia tanto dolorosa per la città, i tifosi e gli stessi protagonisti, vale a dire i due ex presidenti, giunti a un conflitto giudiziario senza precedenti? Il 16 maggio scorso Penocchio ha portato in Tribunale i libri della Football Padova 1910 (che nulla ha a che vedere con l’attuale società di Oughourlian, Bonetto, Salot e Destro), presentando l’istanza “per l’impossibilità di far fronte ad uno stato di insolvenza” ormai evidente. Chi ha la memoria lunga si ricorderà che, una volta sfumata la possibilità di iscrivere la squadra alla terza serie, l’industriale lombardo e la Unicomm di Dueville, il gruppo della grande distribuzione organizzata che fa capo ai fratelli Cestaro (Marcello e Mario), andarono in contrasto fra di loro perché non si trovarono d’accordo inizialmente sulle modalità di risarcimento nei confronti degli oltre 100 creditori che avevano pendenze economiche con il club. Poi, anche per evitare conseguenze pesanti come il possibile rischio di una bancarotta fraudolenta, i soggetti interessati raggiunsero l’intesa su un concordato preventivo con tutti coloro che avanzavano soldi.

FALLIMENTO INEVITABILE

Oggi, stando alla documentazione contabile presentata ai giudici, che si riuniranno con Penocchio, l’avvocato Sergio Dal Prà e il commercialista Riccardo Vincenzo Aloisio in un’aula al terzo piano del Tribunale alle 9.30, verrà completato l’iter che porterà all’autofallimento, conseguenza – sembra – di un debito di 300 mila euro che non può essere estinto. Lo scontro fra Penocchio e la Unicomm si è talmente esacerbato da opporre un muro contro muro tale da spingere al passo inevitabile della definitiva sparizione della società. Secondo quanto è stato possibile accertare, l’accordo di ristrutturazione del debito – in base a quanto stabilito dall’articolo 182 bis della legge fallimentare – prevedeva che di una cifra complessiva di circa 8 milioni di euro da erogare, 2 milioni e mezzo li avrebbe messi Penocchio e altri 5 e mezzo il gruppo vicentino. L’importo da versare da parte dell’imprenditore bresciano riguarda soldi a lui anticipati dal Credito Sportivo, quello previsto a carico di Cestaro & C. tutti gli altri creditori. Ma sui mancati pagamenti all’Inps ci sarebbe stata la rottura: da qui la richiesta di autofallimento presentata da Penocchio. Dal punto di vista tecnico, il collegio dei giudici della sezione fallimentare, acquisite tutte le carte necessarie, si ritirerà in Camera di Consiglio e si pronuncerà nei prossimi giorni. Previsione attendibile: sentenza per fine giugno.

ROTTURA INSANABILE

Siamo a un epilogo clamoroso dell’avventura calcistica di Diego Penocchio nella nostra città, dopo le contestazioni e le accuse durissime di cui fu oggetto 5 anni fa, neppure dodici mesi dopo aver acquisito il Padova da Cestaro, che su pressioni della famiglia mollò il “giocattolo” a cui teneva tanto. Errori di gestione, collaboratori discutibili, intese poco chiare con il suo predecessore gli sono costati un’uscita di scena ingloriosa. E i nodidi quella somma di scelte sbagliate arrivano oggi al pettine. —



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