«Sparo, mi rilasso e punto al Mondiale»
Luca Antonello, di Galliera Veneta, è campione europeo

LUCA ANTONELLO Campione europeo di tiro a segno
GALLERIA VENETA
. Da Galliera Veneta al tetto d'Europa: è il percorso vincente di Luca Antonello nel tiro a segno. Il ventisettenne padovano è salito sul gradino più alto del podio nel campionato europeo in Repubblica Ceca con la squadra BR Italia. E di recente è tornato dalla Germania con la vittoria individuale e il titolo a squadre nell'Hamminkeln Cup. Luca è un ragazzo serio e determinato: si allena nel poligono di Bassano del Grappa dal 2006 e con la sua carabina calibro 22LR ad altissima precisione è riuscito in poco tempo a centrare bersagli di grande prestigio.
Come si è avvicinato a questo sport?
In modo casuale. Avevo la curiosità di provare a sparare. Ho iniziato a frequentare il poligono di Bassano, dove ho fatto amicizia con altri tiratori: secondo loro avevo doti particolari. Sono quindi entrato nella squadra Tsn Bassano e ho iniziato una carriera che mi ha portato fin qui.
Cosa riesce a trasmettere il tiro a segno?
Autocontrollo e concentrazione. Inoltre tirare al bersaglio significa essere in continua sfida con sé stessi perché la responsabilità dei risultati è del tutto personale. Questo sport mi scarica la tensione e il nervosismo: nonostante il rumore degli spari lo trovo rilassante.
Come viene vissuta la rivalità con l'avversario?
Per l'avversario c'è sempre un grande rispetto: se ti batte significa che ha saputo interpretare la gara meglio di te. E se a gara in corso non ci sono contatti diretti, dopo la gara troviamo il tempo per fare amicizia. In questo sport l'avversario più temibile è la concentrazione: se non rimane ai massimi livelli è tutto più complicato.
E' difficile imparare a usare un'arma da fuoco?
No, basta essere seguiti da una persona seria.
L'arma non può essere pericolosa per chi non ne conosce bene l'utilizzo?
Per me l'arma è come una racchetta per un tennista o una mazza per chi gioca a baseball. Per possederla si devono superare esami che rilevano disposizione fisica e psichica. Esiste un pregiudizio nei confronti di pistole e fucili: chi le conosce non può che usarli solo per sparare contro un bersaglio perché sa bene i rischi e le conseguenze a cui va incontro nel farne usi di altro genere. Credo faccia più morti un ubriaco al volante che una persona responsabile con un'arma.
Perché la tua disciplina ha così poca visibilità?
Se già il tiro a segno ha una certa visibilità solo durante le olimpiadi, la mia specialità (Benchrest) non viene citata nemmeno in quelle occasioni perché non è olimpica. Girano pochissimi soldi: io mi autosponsorizzo».
Su quali obiettivi è puntato il suo mirino?
Sono già soddisfatto per quelli raggiunti fin qui: un'emozione come quella che ho provato per la vittoria del campionato europeo è difficile da far capire a chi non l'ha vissuta. Comunque l'anno prossimo ci sono i mondiali a Charleston (North Carolina, Stati Uniti). Gli americani sono i più forti e riuscire a batterli in casa loro sarebbe la massima aspirazione. Difficile, certo, ma non impossibile.
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