Via Penocchio, Cestaro paga: ora il Padova è quasi salvo

PADOVA. Marcello Cestaro ha trovato la quadra, dopo giorni e giorni trascorsi attaccato al telefono, organizzando cene e incontri, consultando avvocati e commercialisti. Il Padova dovrebbe - il condizionale è d’obbligo, in assenza di qualsiasi comunicato dal quartier generale del cavaliere, a Dueville - essere salvo, nel senso che la sua iscrizione al campionato di Lega Pro, sinora largamente incompleta per la mancanza di documenti decisivi, verrà completata in tempo utile per evitare la scomparsa del club dal calcio professionistico. Con il ritorno in pompa magna dell’imprenditore vicentino, l’altra notizia importante è l’uscita di scena dell’attuale presidente, Diego Penocchio, scomparso dalla circolazione dopo il clamoroso k.o. del 22 marzo nel derby casalingo con il Cittadella e mai più rivisto allo stadio, nè a Padova nè in trasferta. Il “via libera” alla cessione delle quote in suo possesso (200 mila azioni del valore di un euro l’una intestate ad Iniziative Euganee, la srl da lui appositamente costituita un anno fa e con capitale sociale di 10 mila euro) sarebbe giunto tra venerdì e ieri mattina, dopo aver sentito il legale di fiducia, l’avvocato Andrea Zaglio di Brescia, tra gli artefici della conclusione della trattativa di un anno fa tra Unicomm, Gsport e lo stesso Penocchio per il passaggio di mano della società.
Un milione di euro. Partiamo da Cestaro e dalla sua affannosa caccia a trovare i soldi per scongiurare la cancellazione del Biancoscudo e, con essa, il fallimento. La conviviale di lunedì scorso a Vicenza e i contatti frenetici avuti successivamente con alcuni degli imprenditori ed ex soci convocati appositamente quella sera sono serviti all’ex patron per centrare lo scopo: reperire denaro fresco da aggiungere al proprio per fronteggiare la più urgente delle questioni sul tappeto, l’iscrizione al campionato di terza serie.
Tre milioni, di cui uno ottenuto attraverso la disponibilità di 3-4 “amici” (come li chiama lui): Giuseppe Bergamin, titolare della Sunglass di Villafranca Padovana (soluzioni innovative per l’applicazione del vetro in edilizia e non solo); Diego Carron, presidente dell’omonima azienda trevigiana di edilizia, restauro e grandi opere, da sempre vicino alla famiglia Cestaro perché è lui a costruire ipermercati e supermercati del Gruppo Unicomm; Federico Nicolazzi, a.d. e socio al 50% della Bernardinello Engineering di Cadoneghe (impianti ed apparecchi per la depurazione e il trattamento delle acque); i fratelli Andrea e Mario Casella, di Quadro Advertising di Padova (grandi cartelloni pubblicitari).
L’ex presidente avrebbe cercato di coinvolgere sino all’ultimo anche altri nomi importanti, Finco della Arneg di Camposanmartino, l’ex presidente del Padova Sergio Giordani, Sandro Vecchiato (Interbrau), ma tutti avrebbero declinato l’offerta ad entrare nella cordata di salvataggio.
Comunque, fra un contributo di 200 mila euro di uno, e il resto dagli altri, alla fine, pur fra mille difficoltà, la cifra minima richiesta è saltata fuori. Ora Cestaro si farà carico dell’onere maggiore, scucendo più di 2 milioni per pagare stipendi a giocatori e tecnici e assicurare la fidejussione bancaria di 600 mila euro che attesti la solidità finanziaria del club.
Macalli non concede deroghe. I tempi tecnici per non essere bocciati sono ridottissimi: entro domani, una volta pagati i tesserati, bisognerà essere in possesso delle liberatorie da essi controfirmate, quindi andranno allegati altri documenti relativi al bilancio e a quel “budget finanziario”, nuovo strumento di verifica dei bilanci stessi, a cadenza trimestrale, che avrebbe rappresentato all’ultimo momento un ostacolo in più da superare.
Ieri il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, ha ribadito che le scadenze del 15 (regolarizzazione delle posizioni a rischio) e del 18 luglio (quando il Consiglio Federale si pronuncerà sulle ammissioni o meno ai vari campionati) saranno tassativamente rispettate. Per cui non c’è un minuto da perdere.
Con Cestaro di nuovo in sella, si conclude dunque l’èra Penocchio. Ci sarà un nuovo presidente, mentre il cavaliere potrebbe continuare ad essere il vero punto di riferimento del Padova, dietro le quinte. Da definire il ruolo di Gsport, ma se tanto dà tanto la società di pubblicità e marketing resterà in viale Rocco. Ultima indiscrezione: Penocchio, per far fronte ai debiti accumulatisi nella sua gestione (3,7-3,8 milioni), avrebbe impegnato anche una villa sul lago di Garda a garanzia dei creditori. Un’uscita di scena così non se la sarebbe probabilmente mai immaginata quando, nel luglio 2013, sbarcò in pompa magna all’Euganeo .
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