7 aprile, Contarello ritratta «Scherzo della memoria»

Lo sceneggiatore verso il rinvio a giudizio in seguito alla querela di Calogero Ma Zanonato contrattacca: «Non usare a quasi 60 anni scuse infantili»
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-RIUNIONE PD: DA SX, NACCARATO E ZANONATO
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-RIUNIONE PD: DA SX, NACCARATO E ZANONATO

È un conflitto carsico, che attraversa Padova e riemerge a momenti. E che a quasi 40 anni di distanza non trova pace. Se anche si inizia a discutere di post-renzismo, la sinistra padovana si divide ancora sul 7 aprile. Si “scazza”, potremmo dire con il linguaggio dei social network. Perché è lì che, ancora una volta, tutto accade. Protagonisti lo sceneggiatore di un film premio Oscar, Umberto Contarello, e l’ex sindaco e ministro Flavio Zanonato. Uniti dalla comune militanza nel Pci padovano. Divisi dai ricordi e forse anche da rancori mai appianati. Riesplosi oggi per colpa di Facebook, con la sua mania di scavare nel tempo e alimentare un certo narcisismo digitale.

Ma al di là del mondo virtuale c’è una concretissima querela giudiziaria a spingere Contarello a una spericolata inversione a U. Nel maggio scorso, pescando tra i ricordi di gioventù a proposito del rapporto tra politica e magistratura, aveva raccontato ai propri amici elettronici un episodio inusitato: lui giovane segretario della Fgci chiamato nello studio del segretario cittadino per preparare con il pm Pietro Calogero la sua testimonianza al processo 7 aprile. Un’accusa netta e mai sentita prima sulle modalità con cui fu condotta quell’inchiesta: un magistrato negli uffici del Pci padovano a istruire un testimone. “Una fetida commistione tra Stato e partiti”, l’aveva definita otto mesi fa Contarello.

Che oggi però fa marcia indietro. «Riconosco che, in coscienza, i fatti da me ricordati non sono mai avvenuti. Peraltro, con altrettanta aderenza alla voce della mia coscienza, affermo che l’intenzione non era assolutamente quella di sfiorare l’onorabilità professionale e morale del dottor Calogero», scrive Contarello dando la notizia della ricezione dell’avviso di conclusione delle indagini originate proprio dalla querela del pm di allora, andato in pensione nel 2015 dopo essere stato procuratore generale della Corte d’Appello di Venezia. «Ero e rimango pienamente convinto che la vita democratica della mia città sia stata difesa dalla militanza generosa del partito al quale appartenevo e dal dottor Calogero, che riuscì a definire Autonomia Operaia per quello che era: un’organizzazione con fini eversivi», prosegue lo sceneggiatore de “La grande bellezza”.

Come mai dunque questo errore e dei ricordi così falsati? Contarello tira in ballo Freud e la teoria della “Nachtraglichkeit”, termine difficilmente traducibile in italiano ma che riguarda ricordi traumatici che vengono successivamente elaborati e modificati. «I ricordi riportati da me sono appunto quelle tracce sedimentate e riorganizzate nel corso del tempo. E sono anche, maggiormente, la prova della “impressione” violenta e angosciante di quel momento della mia vita», osserva Contarello che poi spiega come un incontro nei locali di via Beato Pellegrino ci fu davvero ma non con Calogero, bensì con il suo avvocato Giorgio Tosi.

Pace fatta dunque? Neanche per idea. La smentita di Contarello non placa la polemica di Flavio Zanonato, che già nel maggio scorso aveva contestato fortemente quella ricostruzione: «Con quel racconto falso Contarello ha alimentato lo storytelling per il quale il Pci, in particolare quello padovano, ha costruito il famoso teorema. Una tesi diffamatoria, che andava verificata», osserva Zanonato che non crede alla spiegazione freudiana dei ricordi modificati a posteriori: «Macché, è solo una forma di mitomania collegata alla voglia infantile di stupire, di meravigliare, per avere plausi e consensi”, accusa.

Il botta e risposta, com’è ormai consueto sui social network, trascende: «Ti prego di avere cura della lingua come ne hai verso le scienze che una volta si chiamavano esatte. E sappiamo tutti che la memoria confonde ma non inventa», replica Contarello. «Non usare a quasi 60 anni scuse infantili con me, non sono generoso come chi ti ha graziato», ribatte l’ex sindaco. Rancori e risentimenti che non appiana né la comune militanza giovanile, né la crisi di una sinistra che sembra presentarsi senza identità alle prossime elezioni. E così Contarello, sempre su Facebook ma in post precedente, dichiara che voterà per il Pd ma chiede a Renzi “un motivo” per farlo che non sia la paura di una vittoria della destra o dei Cinque Stelle. Dall’altra parte Zanonato, abbandonata l’evoluzione Pci-Pds-Ds-Pd con lo strappo bersaniano, e oggi milita nella stessa formazione (Liberi e Uguali) di uno dei principali “allievi” dell’Autonomia di allora: Luca Casarini, ex portavoce dei Disobbedienti e oggi segretario regionale di Sinistra Italiana in Sicilia.

Altro che “Nachtraglichkeit”, la politica, come la vita, resta sempre una ruota che gira.

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