A Padova il giuramento di 70 nuovi avvocati
La cerimonia all’insegna del futuro della professione forense: «Formazione e specializzazione sono essenziali»

Tutto cambia perché nulla cambi. Questo, se si vuole, lo spirito della cerimonia di giuramento dei 70 nuovi avvocati del foro di Padova. I giovani, simbolo di quel cambiamento sempre necessario nella società ieri hanno ricevuto l’incarico di mantenere immutatamente alti i valori delle toghe che andranno ad indossare.
Il solenne giuramento si è svolto nella Sala dei Giganti, alla presenza – tra gli altri – del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.
«Quella dell’avvocato è una professione che in questi anni è cambiata moltissimo», sottolinea il senatore, anch’egli avvocato, «Cambiano gli strumenti, le udienze, i tempi della giustizia. La professione diventa più difficile ma non impossibile. Restano invece saldi i principi e il valore costituzionale del ruolo nel processo. Tanto che una delle mie battaglie è quella di portare la figura dell’avvocato in Costituzione». Quindi conclude con invito ai giovani legali: «Siate entusiasti, il futuro dell’avvocatura siete voi».
È passata poi la parola al presidente dell’ordine degli avvocati di Padova Francesco Rossi. «Cala il numero degli avvocati, ma forse è vero che sono anche troppi», ha osservato Rossi per poi aggiungere, «Penso che in Italia ci sia bisogno di avvocati migliori, che sappiano interpretare al meglio il ruolo di custodi e garanti dei diritti di tutti. E per farlo servono nuove generazioni di avvocati preparati e specializzati. Che sappiano rendere autorevole questa funzione di tutela dei diritti di tutti».
I dati
Qualche dato. Le settanta new entry si aggiungono ai 3.443 avvocati già iscritti che lavorano all’ombra del Santo. Già dal 2011 il numero di avvocatesse ha superato quello dei colleghi di sesso maschile, con un 53% di quote rosa di quest’anno.
La professione legale resta ancorata ad una fascia di età più elevata, con una media in aumento a causa della riduzione delle nuove iscrizioni all’albo dai più giovani. Il 50% degli iscritti ha tra i 30 e 49 anni, mentre il 31% si assesta tra i 50 e 60 anni. Ma a prescindere dall’età, i legali, giovani o vecchi, si devono confrontare sempre più spesso con rivoluzioni nella professione, sia sul fronte normativo che su quello di una società che cambia.
«La vostra professione è importantissima», osserva il prorettore Antonio Parbonetti, «Il mondo si sta facendo sempre più complesso, e in modi sempre diversi. Come le sfide dell’intelligenza artificiale il cui potenziale si fa ancora fatica a comprendere. È una dimensione che ci sollecita quotidianamente e che sono sicuro vi terrà stimolati».
Erano presenti alla cerimonia anche il procuratore capo della Repubblica Angelantonio Racanelli, la presidente del tribunale Caterina Santinello, e il professore di Tecnica del diritto Albero Berardi.
«Io credo che l’avvocatura se vuole arginare la fase complessa che vive, deve smettere di autocommiserarsi e iniziare a ripensare il proprio ruolo», ha incalzato Leonardo Arnau, membro del consiglio nazionale forense, «ai giovani colleghi che renderanno l’ impegno solenne, che la formazione e la specializzazione sono essenziali».
E infine un «augurio di cuore per una brillante carriera», anche dal sindaco Sergio Giordani.
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