A processo per il sanguinoso raid
CITTADELLA. Ha ridotto in fin di vita il cognato a colpi di mazza da baseball e adesso punta al rito abbreviato per ottenere uno sconto di pena. Il 17 maggio si svolgerà in tribunale a Vicenza il processo a carico del nomade Loris Ruffato, 46 anni, di Cittadella, accusato di tentato omicidio nei confronti del familiare Graziano Stocco, 45 anni, residente a Tezze sul Brenta (Vi). Il raid di Ruffato è avvenuto nella tarda serata del 18 agosto scorso. Intorno alle 22, l’imputato ha raggiunto l’abitazione di Stocco e, appena si sono incontrati in giardino, è partita una furibonda discussione, fino a quando Ruffato lo ha aggredito, prendendolo letteralmente a mazzate.
Stocco, preso alla sprovvista, non ha fatto in tempo a opporre alcuna resistenza ed è stramazzato al suolo a causa dei forti colpi ricevuti in testa.
Non bastasse, il suo aggressore gli ha anche preso il telefono cellulare per evitare che potesse chiedere aiuto.
Di lì a poco, in via Bressani a Tezze, teatro dell’aggressione, è arrivato il figlio dell’imputato, Michael, ma secondo l’accusa non ha fatto altro che restare lì a guardare, senza neanche telefonare al 118, ragion per cui gli è stato contestata l’omissione di soccorso.
Sono stati i vicini del ferito a prestargli aiuto. Stocco è stato portato all’ospedale San Bortolo di Vicenza e per riprendersi ha avuto bisogno di ben due interventi chirurgici.
Loris Ruffato, nelle ore successive, è stato arrestato dalla polizia del commissariato di Bassano per tentato omicidio e per la rapina del cellulare. Ora si trova ai domiciliari.
Il cittadellese è difeso dall’avvocato vicentino Rachele Nicolin, che ha chiesto l’applicazione del rito abbreviato, una formula processuale che gli consentirebbe di beneficiare dello sconto di un terzo della pena.
A provocare il raid punitivo, stando alle indagini, sono stati dei vecchi rancori nei confronti del cognato, a detta dell’imputato colpevole anche di avere provocato una crisi coniugale, che ultimamente però sembra essere rientrata.
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