Giallo a Fontaniva, la procura indaga per tentato omicidio: cosa sappiamo

Le condizioni di Fatos Cenaj, 58 anni, sono gravissime: i militari stano controllando i porti d’arma da fuoco rilasciati in zona

Alice Ferretti
Il luogo del ritrovaemento del corpo
Il luogo del ritrovaemento del corpo

Una vita regolare, un passato libero da ogni macchia giudiziaria, una moglie, dei nipotini, un lavoro al maneggio. Con il passare delle ore e le indagini sempre più serrate dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Padova, non emergono elementi che possano portare gli investigatori a supporre un’esecuzione o un regolamento di conti.

L’ipotesi 

L’ipotesi che invece si fa sempre più strada è che la morte di Fatos Cenaj, 58 anni, albanese originario di Berat, residente da circa due anni a Fontaniva, è che la morte sia riconducibile a un ferimento. Qualcuno che sparando all’aria aperta abbia inavvertitamente colpito l’uomo, che in quel momento si trovava in sella alla propria bicicletta a tre ruote, e che ora si trova ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale di Padova.

Ed è proprio per cercare di capire innanzitutto il frangente che il pubblico ministero Maria D’Arpa ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio e affidato al medico legale una consulenza per fare chiarezza sulla tipologia di ferite, la gravità, e se si tratti di ferite potenzialmente mortali.

Fatos Cenaj è stato trovato da un passante domenica mattina verso le 8 riverso sull’asfalto, ancora in sella alla sua bici, con una ferita alla testa che all’inizio aveva fatto pensare ai carabinieri a un investimento da parte di un’auto o una rovinosa caduta. Ma l’apparenza ha ingannato. Dopo essere stato soccorso sul posto dai sanitari del Suem 118, una volta arrivato al pronto soccorso, la scoperta.

La Tac alla testa ha rivelato che tutto quel sangue non era l’esito di una caduta, ma che era presente un foro da colpo d’arma da fuoco. Il proiettile sarebbe entrato dalla parte posteriore della testa, dietro all’orecchio, e sarebbe poi uscito dalla fronte, di fianco alla tempia.

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Cenaj Fatos

L’ogiva però non è ancora stata trovata. Nonostante i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Padova, affiancati dai colleghi della Compagnia di Cittadella, abbiano setacciato il terreno da cima a fondo, utilizzando anche un metal detector, non è stato trovato alcun proiettile. Un dettaglio non secondario, che fa pensare che chi ha sparato possa averlo raccolto, rendendo più difficile il lavoro degli inquirenti. Al momento, proprio perché non si trova il bossolo, non è stato possibile risalire all’arma utilizzata da chi ha sparato, che potrebbe essere una pistola così come un fucile da caccia.

Il caso 

Domenica mattina Fatos Cenaj era diretto alla Fattoria Dindo, a poche centinaia di metri dal punto in cui è stato rinvenuto, via Casoni Basse. Come di consueto era in sella al suo triciclo, inconfondibile, con cui era solito percorrere il breve tragitto per raggiungere il maneggio dove collaborava alla cura dei cavalli.

Una vita semplice, scandita dalla routine quotidiana fatta di casa e lavoro. Fatos, almeno da quel che è emerso finora, non aveva nemici. Si era trasferito dall’Albania a Padova un paio di anni fa e aveva trovato lavoro al maneggio vicino a casa. In passato, quando viveva in Albania, aveva lavorato in carcere, ma non come guardia carceraria.

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Lavorava in un ufficio e non aveva contatti con i detenuti. La sua fedina penale risulta poi immacolata. Difficile pensare che qualcuno ce l’abbia con lui. Anche la famiglia del 58enne, con cui hanno parlato a lungo i carabinieri, non è riuscita a darsi una spiegazione dell’accaduto, sottolineando come Fatos fosse un brav’uomo, una persona semplice, un lavoratore che non aveva alcun nemico.

I carabinieri stanno sentendo anche le persone che abitano nella zona dov’è avvenuto il fatto e stanno controllando i porti d’arma che sono stati rilasciati alle persone che abitano in quella zona.

Inoltre i militari hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza posizionate lungo le vie di accesso, i varchi elettronici e gli impianti privati eventualmente puntati su via Casoni Basse, e stanno analizzando tabulati telefonici, movimenti bancari e frequentazioni più recenti del 58enne. 

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