La crisi degli ambulanti di Abano e Montegrotto: «Affari scesi del 15 per cento»
Enzo Tuis, vicepresidente nazionale di Anva Confesercenti: «Ci sono almeno 35 stalli vuoti, mancano gli operatori». La proposta: regole sul decoro e riordino degli spazi

È stato un anno difficile per i mercati di Abano e Montegrotto Terme, due realtà storiche del commercio ambulante dei Colli Euganei che oggi fanno i conti con una flessione significativa delle vendite e con cambiamenti strutturali che impongono scelte non più rinviabili.
Sono mercati che, per decenni, hanno rappresentato non solo un punto di riferimento commerciale, ma anche un luogo di socialità e identità per residenti e turisti.
A tracciare un bilancio senza sconti è Enzo Tuis, vicepresidente nazionale di Anva Confesercenti, l’associazione di riferimento degli ambulanti: «Nel corso dell’ultimo anno, sia ad Abano che a Montegrotto, abbiamo registrato una perdita media compresa tra il 10 e il 15% in termini di volume d’affari e di vendite», spiega Tuis.
Un dato che fotografa una crisi diffusa e strutturale, che colpisce indistintamente i due mercati che, complessivamente, contano oltre 200 banchi e rappresentano una parte importante dell’economia locale.
Tra le cause principali, secondo Anva, c’è il forte calo della presenza di turisti stranieri: «Purtroppo la crisi si sta facendo sentire e ciò che manca sono soprattutto gli stranieri che frequentavano le Terme con maggiore continuità, in particolare i tedeschi», sottolinea il vicepresidente.
Un’assenza che pesa in modo diretto su un commercio che, storicamente, ha sempre beneficiato del flusso internazionale e di una clientela fidelizzata nel tempo.
La situazione mette il settore di fronte a una scelta obbligata: «Questa crisi ci impone una riorganizzazione complessiva dei mercati», afferma Tuis.
Ad Abano e Montegrotto, infatti, diversi operatori hanno lasciato l’attività, chi per raggiunti limiti di età, chi per decisione personale legata alle difficoltà economiche.
Il risultato è un numero consistente di posteggi rimasti vuoti, circa una ventina ad Abano e una quindicina a Montegrotto, che incidono negativamente sull’immagine complessiva del mercato: «È necessario redistribuire le postazioni all’interno dei mercati» spiega ancora Tuis «assegnando spazi più adeguati, ad esempio posteggi da 5 per 8 metri, così da rendere il mercato più ordinato, funzionale e attrattivo».
Un intervento che non riguarda solo la disposizione degli spazi, ma anche la qualità dell’offerta e il decoro complessivo. Secondo Anva, infatti, è fondamentale vigilare sull’esposizione della merce. «Non può essere buttata lì senza criterio, serve rispetto delle regole e attenzione all’immagine del mercato», chiarisce Tuis «non è una posizione razzista, ma è evidente che alcuni operatori non rispettano standard minimi di decoro, e questo danneggia tutti».
Attualmente oltre il 30% degli ambulanti presenti nei mercati di Abano e Montegrotto è di origine pakistana, cinese o cingalese.
Un dato che rende ancora più urgente, secondo l’associazione, l’introduzione di regole chiare, condivise e uguali per tutti, nell’interesse dell’intero comparto: «Come Anva siamo pronti, sia ad Abano che a Montegrotto, a incontrare le amministrazioni comunali per trovare una quadra» conclude.
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