Abitava a Torreglia l’investito dal treno

TORREGLIA. Incredulità e dolore tra i famigliari e gli amici di Allegro Wilmer, il quarantaduenne che giovedì mattina alle 6,40 è morto sotto il treno regionale 2225 Padova–Bologna nella stazione di Montegrotto. È stato il padre, diverse ore dopo il fatto, a identificarlo. Un gesto che lascia aperti molti interrogativi, primo fra tutti quello sui motivi del gesto. Perché in molti non riescono a pensare a un suicidio, conoscendo la solarità e la voglia di vivere che aveva sempre contraddistinto il passato dell’uomo. Eppure qualcosa deve essere scattato nella sua mente se, come rilevato dalla Polizia ferroviaria, prima di finire sotto le ruote del treno si sarebbe tolto gli occhiali da vista e l’impianto portatile acustico. «Prima di uscire per correre si era tolto l’apparecchio nuovo» racconta il cugino Andrea «era stato operato al timpano quindici giorni fa ma non era rimasto soddisfatto del risultato, lui sperava di sentire meglio da subito, ma i medici gli avevano detto che bisognava attendere ancora qualche mese. Non riesco a credere che lui possa aver deciso di togliersi la vita. Fin da ragazzi abbiamo condiviso tutto, in modo particolare la passione per lo sport e la bicicletta». Allegro era benvoluto da tutto il gruppo degli atleti della Cicli Bassan, la squadra con la quale aveva ottenuto diversi successi agonistici. «Era lui che teneva alto il morale a tutti» dice il presidente dell’associazione sportiva, Paolo Bassan. «Ci contagiava con la sua voglia di stare in compagnia, era un tipo divertente». Anche il sindaco Filippo Legnaro lo ha conosciuto: «Frequentava la parrocchia ed era sempre solare e di compagnia». Wilmer lavorava in un negozio di cartoleria a Rubano, e ogni mattina prima di recarsi al lavoro percorreva diversi chilometri a piedi per tenersi allenato.
Sergio Sambi
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