Abuso e turbativa, colonnelli assolti
Abuso d’ufficio e turbativa d’asta, archiviata l’indagine a carico dei vertici del V° Reparto Infrastrutture, ente dell’esercito con sede in vicolo San Benedetto. A denunciarli - tra il luglio e il dicembre 2015 è stata una società padovana specializzata in attività di bonifica ambientale e bellica, la Gap Service Srl, con sede in viale dell’Industria, in città, il cui legale rappresentante è l’ingegner Federico Tapparello, figlio del colonnello Giuseppe Tapparello, per molti anni al comando del V° Reparto Infrastrutture. Nei guai erano finiti il comandante del reparto, colonnello Walter Corvaglia, il capoufficio Bonifica Terreni Minati, tenente colonnello Alfio Donato Galiano e il capoufficio Programmazione e Lavori del Comando Infrastrutture Nord di Prato della Valle, colonnello Luca Bombonato. Il giudice per le indagini preliminari Tecla Cesaro ha deciso di arcihviare l’inchiesta dopo la Camera di consiglio del 5 febbraio scorso nella quale sono state sentite le parti. L’oggetto del contendere erano appalti milionari per le bonifiche belliche in diverse località del Nord Italia, tra queste pure quella dell’ospedale civile di Asiago. In pratica la Gap Service si sentiva esclusa dalle gare, alle quali - a suo dire - avrebbe potuto partecipare. «A fronte delle conflittualità tra le parti non vi sono elementi significativi per ritenere comprovata la consapevolezza della illegittimità delle singole condotte in uno con la volontà di cagionare un danno, ovvero di omettere un atto dell’ufficio o di alterare il funzionamento della gara», così scrive il giudice nel dispostivo dell’archviazione.
L’inchiesta era stata condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dal pubblico ministero Sergio Dini. Il giudice aveva negato l’autorizzazione alle intercettazioni telefoniche degli indagati ravvisando in estrema analisi solo l’abuso d’ufficio e non la turbativa d’asta. La Gap nei suoi esposti si lamentava di una vera e propria azione persecutoria messa in atto dall’ente per boicottare la partecipazione alle gare di bonifica. Si va dalla richiesta di documentazione per allungare a dismisura i procedimenti amministrativi alla mancata trasmissione di atti, fino al ritardo nell’emanazione di disposizione tecniche. Ma alla fine la procura ha accertato che non c’è stato nessun comportamento scorretto degli indagati e a sua volte la tesi assolutoria è stata avvalorata dal giudice. (c.bel.)
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