Accusa il suo ex di stalking invece voleva solo vendicarsi

Finge di essere perseguitata per fargliela pagare. Ma al processo arriva il colpo di scena Lui porta l’sms di lei: «Ti rovino la vita. Tanto a chi credono? A una ragazza o a uno con la tua faccia?»

NOVENTA PADOVANA. Non era stalking ma solo una vendetta personale. Lei voleva fargliela pagare, ma le è andata decisamente male. G.M. 29 anni di Stra (Venezia) che lavora in un’impresa edile di famiglia ha una storia sentimentale con P.G. 26 anni di Noventa Padovana, commessa all’epoca dei fatti al centro commerciale “Le Brentelle” di Rubano. L’amore finisce nell’ottobre del 2009.

La ragazza lo accusa di stalking, il periodo contestato è di circa 5 mesi e va dall’ottobre 2009 al marzo 2010. Lo denuncia accusandolo di perseguitarla. Ossia dicendo che le inviava molti sms intimidatori, che la seguiva sempre nei suoi spostamenti, che si appostava fuori dalla sua casa. Insomma che l’ha perseguitata. Inoltre, in una occasione, lui, al volante della sua Mercedes classe A, l’ha superata in auto costringendola a frenare di colpo. Si arriva a processo e la difesa di lui, l’avvocato Andrea Levorato, lei era assistita da Marta Forni, ha l’asso nella manica. Porta in aula il testo di un messaggino che la ragazza ha mandato al telefonino di lui alle 15 del 23 febraio 2010.

Ecco le parole: «Brutto st..., ti odio, non avrai pure fatto niente, ma vedrai che ti sistemo io per le feste, ti rovino la vita. Tanto a chi credono? Ad una ragazza o ad uno con la tua faccia?» L’sms non è mandato dal cellulare di lei, ma dal sito Internet della Vodafone, dove lei era entrata con il suo profilo. Alle 15.09 dello stesso giorno la ragazza è nel centro Vodafone delle Brentelle, si disfa della sua sim e compera una nuova sim card, quindi un nuovo numero di telefono. Durante il processo P.G. si difende e dice che non è stata lei a mandare quel messaggio. Dice che a quell’ora era al lavoro, proprio in un altro negozio delle Brentelle. Viene sentita la sua datrice di lavoro in merito all’orario d’inizio del turno. La donna racconta che quel giorno il turno della ragazza è iniziato alle 15.30. Quindi il tempo per scrivere il messaggio ce l’aveva. G.M. viene assolto dall’accusa di averla stalkizzato perchè il fatto non sussiste. Nel frattempo - prima della fine di questo processo - lui aveva denunciato lei per calunnia e il procedimento era stato archiviato, sempre prima della sentenza di assoluzione. Dopo la quale per l’avvocato Levorato non è più stato possibile reintentare una causa per calunnia, visto che c’era già stato un pronunciamento.

Evidentemente la ragazza voleva far pagare all’ex fidanzato la fine della loro storia d’amore e non si sarebbe mai aspettata che lui avesse conservato quel messaggio, che per l’esattezza erano due, visto che il testo degli sms mandati dal sito Vodafone (che sono gratuiti) ha una lunghezza più corta di quelli normali spediti dal telefonino.

Carlo Bellotto

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