AcegasAps, decisioni a Bologna

Alessandro Baroncini, vice-direttore generale di AcegasAps spa, è stato trasferito a Bologna, a guidare una società controllata dal Gruppo Hera, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte degli organismi dirigenziali della multiutility padovana-giuliana, che è stata incorporata per fusione nel più grande e più prestigioso gruppo energetico dell’Emilia Romagna e delle Marche.
Anche Gabriele Righetti, altro dirigente storico di AcegasAps, settore ambiente, proveniente dall’ex Amniup, in pratica negli ultimi anni responsabile del termovalorizzatore di San Lazzaro, ha già preso la strada per Bologna. Baroncini, sia a Padova che a Trieste, non era un dirigente qualsiasi. È sempre stato un tecnico qualificato ed apprezzato sia dai suoi colleghi dirigenti che dai lavoratori dipendenti e dai sindacati di categoria. E’ nato nel 1968, si è laureato in Ingegneria Idraulica nella nostra Università e, prima di essere nominato vice-direttore generale di Acegas Aps, ossia numero due della multiutility, ha ricoperto la carica di direttore generale di Agpa, la società di servizi, con sede a Piove di Sacco, che, poi, è stata incorporata in AcegasAps, responsabile delle risorse umane e dell’organizzazione di quest’ultima azienda ed anche consigliere della collegata Sinergie spa, guidata dal presidente Manlio Romanelli.
Tra i sindacalisti che esprimono maggiori preoccupazioni per il “sacrificio” toccato a Baroncini ed a Righetti, anche quest’ultimo laureato in ingegneria, c’è anche Salvatore Livorno. «Siamo coscienti di aver dato anche il nostro ok alla fusione di AcegasAps in Hera, che, così, è diventato il secondo operatore italiano del settore, con 650.000 utenti e con 140 milioni di profitti netti previsti per il futuro» sottolinea l’esponente della segreteria provinciale della Cgil-Funzione Pubblica, guidata da Aldo Marturano «Ma questa, programmata, fuga di cervelli da Padova a Bologna, senza alcuna comunicazione pubblica, non ci sta per niente bene. Temiamo che, di questo passo, la nostra multiutilty non rimanga più radicata nel territorio e che, con il passare dei mesi e degli anni, si rischia anche di ridurre il numero complessivo dei dipendenti». La paura è che Padova perda il comando delle operazioni, com’è avvenuto in altri settori, in primis quello bancario».
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