Addio a “Bepi” Giacomini, star della lirica

Ha cantato nei maggiori teatri: dalla Scala alla Carnegie Hall, per i reali britannici al Covent Garden e per Gorbaciov a Mosca
Giada Zandonà

Giada Zandonà /MONSELICE

Ha calcato i più importanti palcoscenici mondiali, da Milano a Parigi, da Mosca a New York, dal Cairo a Seul, la sua voce ha incantato gli appassionati di lirica di tutto il mondo che ora piangono la scomparsa del tenore Giuseppe Giacomini. Nella mattinata di ieri è mancato a 80 anni nella sua casa tra le amate montagne di Agordo il famoso artista, considerato da molti il più grande tenore drammatico della seconda metà del ventesimo secolo.

da veggiano alla rocca

Giacomini era nato a Veggiano il 7 settembre 1940 ma fin dall’infanzia e per moltissimi anni ha vissuto nella cittadina della Rocca a cui era molto legato, prima di trasferirsi attorno agli anni’80 a Montecarlo per rientrare di nuovo nella sua città nel 2003. Gli amici lo chiamavano affettuosamente “Bepi”, uomo semplice ma con una lunga carriera alle spalle in cui ha ottenuto molti premi e onori, esibendosi nei principali teatri d’opera del mondo e con molti dei più famosi cantanti degli ultimi 50 anni. Una carriera modellata nel coro della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Este per poi intraprendere gli studi al conservatorio Pollini di Padova prima di spiccare il volo con il debutto a Vercelli nel 1966 con Madama Butterfly, per poi continuare la sua carriera nei più grandi palcoscenici mondiali.

la carriera

Nel 1974 ha candato alla Scala nella Bohème per poi cominciare a girare i teatri più famosi, dal Metropolitan Opera di New York al Palais Garnier di Parigi, da Buenos Aires al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles. Giacomini ha anche cantato per la famiglia reale al Covent Garden nel 1988 e per Gorbaciov a Mosca ed ha preso parte alla storica rappresentazione di Aida alle piramidi del Cairo nel 1987 sino a Seul in occasione dell’inaugurazione dei Giochi Olimpici del 1988.

L’agenzia teatrale Matthew Laifer Artist Management il 4 aprile del 2017 aveva organizzato in suo onore un Gran Gala alla Carnegie Hall di New York, un grande riconoscimento in una città che lo ha molto amato. Nei negozi di lirica ancora oggi vengono vendute le sue incisioni.

la famiglia

«Era apprezzato per le sue doti artistiche ma anche come uomo», racconta la figlia Giovanna, «era umile e sensibile. Vivere con lui è stato bellissimo, era sempre presente ed attento, nonostante fosse una persona importante. Un uomo semplice e schietto, amava ricordava spesso le origini contadine a cui teneva tanto e nell’animo si sentiva vicino alla terra. Era molto affezionato a Monselice e a Este, dove ha mosso i primi passi nella musica. Mio nonno cantava nel coro parrocchiale e ha coinvolto anche il figlio, dando così il via alla sua passione».

Giacomini si era ritirato a vita privata ma era rimasto vicino al mondo della musica e ai tanti amici che vi gravitavano attorno. «Non solo Monselice perde uno dei più illustri concittadini, ma la sua scomparsa segna la perdita di uno dei più eccellenti interpreti della lirica, di fama mondiale», commenta l’amico Riccardo Ghidotti che nel 2017 aveva premiato Giacomini con il premio Opsicella della Città di Monselice. «Ricordo con commozione la sua attenzione alla nostra città, quando mi fece presentare il suo memorabile concerto lirico nel chiostro di San Giacomo, fu un tripudio. La sua carriera lo portò ad essere apprezzatissimo nei maggiori teatri del mondo».

L’artista lascia la moglie Massimiliana “Liliana”, i figli Giovanna e Giacomo e gli adorati nipoti. Da stamattina la camera ardente che è stata allestita nell’obitorio dell’ospedale Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia. ––

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