Addio a Eligio Grigoletto, pioniere dell’oncologia

Aveva 83 anni, fu uno dei maestri della scuola padovana e fondò il centro di riferimento di Aviano
CRO Aviano Dott. Grigoletto per Gigi CARRAI
CRO Aviano Dott. Grigoletto per Gigi CARRAI

PADOVA. Si è spento a 83 anni Eligio Grigoletto, uno dei maestri della scuola padovana di oncologia, fondatore del centro di riferimento di Aviano (Pordenone), padre dell’ex assessore Stefano Grigoletto. Originario di Campolongo Maggiore, si è laureato e specializzato al Bo dopo aver frequentato il liceo Tito Livio e il collegio Antonianum.

La sua storia è quella di un medico che ha trascorso cinquant’anni in prima linea contro una delle malattie più difficili e letali per l’uomo, tra cure e ricerca clinica sempre più sofisticate e costanti scambi con i suoi colleghi medici di tutto il mondo.

Dopo la laurea divenne assistente dei clinici Pettinari e Crucitti, quest’ultimo futuro chirurgo personale di papa Giovanni Paolo II. La morte del padre per un tumore lo portò a interessarsi alle cure oncologiche. Nel’64 divenne il “braccio destro” di Bruno Borromini, il primo a importare in Europa la bomba al cobalto per irradiare i tumori maligni e poi l’acceleratore lineare in campo tumorale.

Grigoletto collaborò poi con Mario Fiorentino per far nascere la divisione di oncologia medica a Padova, sempre con un occhio attento alle nuove cure provenienti dagli istituti europei e americani. E proprio il modello di un istituto specifico per la cura dei tumori fu quello che adottò quando nel’74 si trasferì a Pordenone, organizzando nel locale ospedale un reparto di terapia oncologica, fortemente voluto dall’imprenditore Lino Zanussi.

Era il nucleo di quello che poi diventò il Cro, il centro di riferimento oncologico di Aviano. Ebbe l’idea di selezionare un gruppo di dieci giovani inviati negli Stati Uniti e in Inghilterra per apprendere le cure più avanzate: Umberto Tirelli a Palo Alto a fare ricerca sui linfomi maligni; Andrea Veronesi, nipote di Umberto, a Buffalo e a New York per i tumori del tubo digerente; Mauro Trovò a Stanford per la radioterapia dei tumori solidi. Tutti diventati negli anni oncologi di livello internazionale.

Per finanziare il centro di Aviano nel dicembre del 1977 creò, assieme al commerciante pordenonese Franco Gallini, la fondazione “Via di Natale” che convinse il Comune a destinare alla ricerca i soldi stanziati per le luminarie natalizie. Tantissime sono state poi le iniziative che la fondazione realizzò in giro per il Friuli per raccogliere fondi per la ricerca: nel 1986 per comprare un separatore cellulare fu organizzato il “panino più lungo del mondo”, lungo più di due chilometri, dal municipio di Pordenone alla fine di corso Garibaldi e ritorno, che entrò nel Guinness dei Primati.

Instancabile nella lotta ai tumori nel 2000 contribuì ad attivare a Mogliano, nella Marca, la fondazione “Apio” per fare prevenzione oncologica alla popolazione e anche ai medici.


 

Argomenti:sanità

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova