Addio ad Andrea con il rombo delle moto

Settecento persone alle esequie del giovane di Giarre morto in un incidente a Pasquetta
Di Federico Franchin
BELLUCO FUNERALE VISENTIN MONTEGROTTO
BELLUCO FUNERALE VISENTIN MONTEGROTTO

MONTEGROTTO. Una folla commossa, oltre 700 persone, ha salutato per l’ultima volta Andrea Visentin, il 24enne di Giarre scomparso il giorno di Pasquetta in seguito ad un incidente motociclistico le cui cause sono ancora al vaglio degli inquirenti. Andrea se n’è andato con quel rumore delle moto che erano la sua più grande passione.

È stato infatti il rombo dei motori delle motociclette degli amici a scortare la salma del giovane dal Duomo di Montegrotto, dove ieri si sono svolte le esequie, al cimitero del paese. Erano tanti i giovani presenti, gli amici e i semplici conoscenti che hanno voluto portare una parola di conforto a mamma Dina, papà Angelo e alla sorella Erica. Tra questi anche il sindaco di Abano Luca Claudio e l’assessore alla Protezione civile Luca Bordin.

«Ci sono delle cose che non si riescono a preparare», ha esordito il celebrante don Luca Boaretto, «Di fronte a ciò bisogna fare solo silenzio. Con questo silenzio vogliamo dare un saluto per guidare ed ascoltare dentro di noi qualche rumore».

L’addio ad Andrea è stato associato ad un silenzio assordante, che ha accompagnato l’arrivo della bara e tutta la cerimonia funebre. Quasi come forma di rispetto per i genitori che con grande strazio hanno vissuto questi ultimi giorni. Proprio per loro è stata scelta da don Luca (assistito nella celebrazione da don Marino Ruggero, don Damiano Fortin, don Roberto Bicciato e da don Galdino) la lettura del Vangelo secondo Luca, quello dell’annunciazione a Maria: «Ci sono tante cose che ci condizionano la vita», ha detto nell’omelia il prete, «Quello che noi pensiamo di fare e crediamo di comprendere a volte subisce delle mutazioni. A volte di fronte ai condizionamenti ci vogliamo ribellare per sentirci liberi. Ma si compiono atti che ci fanno pagare il prezzo. La vita ci mette di fronte a situazioni che non si possono sorpassare». Don Luca è tornato sul tema della preparazione: «Non siamo così pronti e preparati per fare certe cose. Non esistono due libertà, ma una che assorbe l’altra come è stato con l’angelo e Maria. Andrea camminava in punta di piedi, quasi non volesse fare rumore, come una brezza che porta felicità, spensieratezza. Invece stavolta ha fatto un bel rumore e non ci sono silenzio, calore e forza che tengano. Il cuore di Dio avvolgerà adesso come una brezza leggera il cuore di papà Angelo, mamma Dina e della sorella Erica». Prima dell’applauso finale ha parlato don Roberto Bicciato: «Gli amici stanno raccogliendo offerte da far arrivare ad associazioni benefiche per onorare Andrea. È dal dolore che nascono le più grandi opere di carità».

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