Addio ad Antonio Garzotto il cronista galantuomo

ABANO TERME. «Oggi siamo qui per salutare un cronista galantuomo, un uomo che ha sempre svolto il suo mestiere con onestà e rettitudine e per questo, nei cosiddetti anni di piombo, è finito nel mirino dei terroristi». Don Antonio Pontarin, parroco della parrocchia del Sacro Cuore di Abano Terme, ieri pomeriggio ha aperto con queste parole l’omelia della cerimonia esequiale di Antonio Garzotto, il giornalista aponense deceduto per un arresto cardiaco all’alba di martedì all’età di 88 anni. Attorno alla bara di legno chiaro coperta di rose bianche, si sono stretti la moglie Lina e il figlio Eugenio e numerosi parenti e amici.
Presenti anche molti colleghi giornalisti di “Toni”, come tutti lo chiamavano sia al Gazzettino dove ha lavorato come cronista giudiziario dal 1962 al 1980, che al mattino di Padova e altri quotidiani del gruppo Finegil, dal 1980 fino al 1995. Presente al funerale anche Massimo Carlotto, oggi scrittore padovano di successo. Nel suo lavoro di cornista giudiziario, Toni si occupò a lungo della vicenda Carlotto, accusato nel 1976, quando aveva appena 19 anni, di aver ucciso Margherita Magello. Per Garzotto fu una vicenda giudiziaria lunga e appassionante che si protrasse per 17 anni e che trattò con grande professionalità.
A segnare la sua vita di giornalista fu l’attentato che subì il 7 luglio 1977, quando due giovani gli spararono cinque colpi di pistola alle gambe in nome del Fronte comunista combattente, gruppo armato dei Collettivi padovani . Arrivato alla pensione nel 1995, occupava il tempo libero informandosi sui fatti di cronaca e sopratutto con lunghe passeggiate in sella alla sua city bike. Spesso nella zona pedonale e nel parco urbano termale di Abano, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione di via Galvani, dove incontrava gli amici per le due chiacchiere quotidiane. E proprio una banale caduta dalla bici, avvenuta poco più di un anno fa, lo costrinse a modificare il suo stile di vita. Da allora Toni non si è più ripreso fisicamente, nonostante il suo carattere di lottatore. ––
Gianni Biasetto
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