Addio al barcaro Baezzato, guida storica di Battaglia

BATTAGLIA TERME. Il Museo della Navigazione Fluviale di Battaglia Terme, noto anche come Museo dei Barcari (Muba), perde una delle sue guide storiche. Giovedì 4 marzo notte, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Padova, si è spento Adriano Baezzato, barcaro e fabbro, “cantore” delle Meraviglie Euganee e testimone diretto della navigazione fluviale con i burci.
Aveva 84 anni, se l’è portato via in pochi giorni un’infezione da Coronavirus che ha aggredito i suoi polmoni indeboliti da oltre mezzo secolo di lavoro, da ragazzino nello Squero Nicoletti del Bassanello e successivamente come fabbro e saldatore specializzato in diverse officine meccaniche del Padovano.
«Per il Muba è una grande perdita, era la nostra guida principale», afferma Maurizio Ulliana, presidente dell’Associazione Tvb, gestore del museo di via Ortazzo. «Adriano che era figlio di un barcaro e nonostante l’età veniva al Museo tutti i giorni, spinto da una grande passione per le barche che aveva fin da bambino. Le nostre giovani guide si sono formate anche grazie a lui, che le ha seguite instancabilmente. È una grande perdita anche per gli operatori culturali di Meraviglie Euganee, perché Adriano era espressione del territorio, delle sue peculiarità e ne era un cantore genuino».

La notizia della morte di Adriano Baezzato, che giunge a qualche mese di distanza da quelle del fondatore del Muba, Riccardo Cappellozza, e del capitano Bruno Cappellozza, ha colto tutti di sorpresa al Battaglia Terme. Per tutto il mese di febbraio aveva fatto da cicerone ai visitatori tra i reparti del Museo con suoi racconti sulla storia della navigazione fluviale e sulle sue esperienze di vita trascorse accanto ai barcari. Come ultimo lavoro si era dedicato alla manutenzione dell’imbarcazione “Saltafossi” che è ormeggiata sul pontile di via Ortazzo, il porto fluviale del Canale di Sotto. Nel 2017 rovistando tra i reperti del museo e aveva riconosciuto i chiodi che aveva creato quando aveva appena 8 anni nella officina del papà.
«Vengo al Museo quando posso, sono un volontario e qualche anno fa quando sono venuto a portare delle foto di regate alla veneta sono entrato in sintonia con il direttore Ulliana», raccontava a chi gli chiedeva perché si prestava a fare da guida nonostante l’età. «A casa non so starci, vengo qui a raccontare le mie passioni e ad insegnare ciò che ho imparato nell’arco della vita». Baezzato aveva in mente un progetto che purtroppo non potrà realizzare, ma che lascia in testamento. Voleva sviluppare un laboratorio all’esterno del Museo, per coinvolgere i giovani e creare nuove opportunità occupazionali formando nuovi artigiani. Un progetto che richiedeva investimenti. «È importante non si perda il mestiere dell’artigiano», ripeteva. —
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