Addio al papà del presepe Il monito di Iginio Tonin «La tradizione continui»

VILLA DEL CONTE
Si è spento “il capo” del presepe di Villa del Conte e ha preso commiato scrivendosi l’epigrafe. Iginio Tonin aveva 77 anni e con la sua arte per quasi sessant’anni ha creato un presepe nel centro parrocchiale con 18 scene e 50 statuine meccanizzate, la nascita del Bambino nella grotta e la campagna veneta di metà novecento, l’Alta Padovana e le nozze di Cana. Un’opera ammirata da migliaia di persone ogni anno, in grado di coniugare Vangelo e tradizioni locali.
Iginio ha lavorato in un’industria metalmeccanica dove le esalazioni e le micro polveri hanno martoriato i suoi polmoni, da qualche anno era legato a una bombola di ossigeno, ma nulla ha frenato la sua creatività. Nel suo saluto si definisce “l’amico del presepio”, dice addio alla cara moglie Anna, ai figli Marinella, Lucia, Paolo e Cristina, ai nipotini Lorenzo e Giulio, ai parenti, ai sacerdoti con i quali ha collaborato in parrocchia dal 1950, e a «tutti coloro che mi hanno conosciuto, amato e aiutato». «La mia speranza più grande» scrive il “capo”, «è che il presepe possa continuare a esistere». Lo scorso anno aveva inserito l’ultima preziosità: il vecchio mulino del paese, che sorgeva lungo il Tergola.
Silvia Bergamin
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