Addio all’attore Toni Barpi

TREVISO. «Con lui si chiude la migliore e irripetibile pagina del teatro veneto». Così Carlo Manfio, attore e regista, commenta la scomparsa dell’amico Antonio Barpi, per tutti e sulla scena Toni, che si è spento ieri a 93 anni nella sua casa di Treviso, in cui viveva con la moglie Wanda Benedetti (90 anni), anch’essa nota attrice di prosa e televisione del secondo dopoguerra. Toni Barpi, originario di Celarda, località di Feltre (Bl) in cui nacque il 13 giugno 1920, è stato una delle colonne della storica compagnia teatrale diretta da Cesco Baseggio. Vi entrò giovanissimo nel 1937, e il suo fu un debutto benedetto persino da Gino Rocca, che assisteva ad una rappresentazione della sua commedia “Sior Tita Paron”, messa in scena da Baseggio proprio a Feltre, città natale di Barpi. «La compagnia cercava un ragazzino che facesse la parte di Stroppolo, con poche battute», ricorda commosso Manfio, «qualcuno indicò in Antonio la persona giusta e tutto cominciò». Pochi minuti sul palco che però convinsero Rocca a raccomandare a Baseggio, ed alla madre del giovanissimo Barpi, di avviare quel promettente ragazzino sulla strada del teatro professionale. E fu così che Toni entrò a far parte della “Compagnia del Teatro Veneto” del capocomico Cesco, nota nei teatri di tutta Italia soprattutto per il repertorio goldoniano. Proprio in occasione di un allestimento de “I Rusteghi”, entrò in compagnia anche Wanda Benedetti: trevigiana e fidanzata di Toni Barpi, fu presa da Baseggio per il ruolo di cameriera (non previsto nel copione di Goldoni). Una parte senza battute a cui seguì un provino, incitata dallo stesso Toni, che l’attrice sostenne con successo. Insieme nella vita (si sposeranno negli anni ’40) e nella professione, i due attori hanno lavorato anche in televisione: Barpi è stato diretto nei panni di Arlecchino da Luca Ronconi e si ricorda una sua memorabile interpretazione per la Rai nel capolavoro di Rocca “Se no i xe mati, no li volemo”, oltre che in altri titoli di prosa televisiva (tra cui “La famiglia del santolo”) trasmessi dalla Rai alla fine degli anni ’50. Nella sua carriera si contano anche rari ruoli in film italiani, tra cui la prima pellicola che girò nel 1936, quando lasciò Feltre per Roma, “Le scarpe al sole” di Elter. Quando Baseggio chiuse la sua compagnia, a metà degli anni ’60, Toni Barpi proseguì la sua carriera per altre strade, abitando con la moglie Wanda (che lavorò anche accanto Ruggero Ruggeri, Lina Volonghi, Alberto Lupo, Franco Parenti) a Milano e Roma, prima di stabilirsi definitivamente a Treviso. L’ultima esperienza professionale dell’attore risale al 1993 nei “Rusteghi” diretto da Massimo Castri nell’allestimeno di Veneto Teatro.
I funerali di Toni Barpi si terranno martedì 5 novembre alle 10 nel Duomo di Treviso.
Cristiana Sparvoli
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