Addio in lacrime a Luca Ponzin I genitori terranno le sue ceneri

LOZZO ATESTINO. Una folla straripante ha accompagnato ieri Luca Ponzin nel suo ultimo viaggio. Il funerale del giovane ciclista, morto sabato scorso a soli 33 anni di Sla, è stato celebrato nella chiesa arcipretale di Lozzo Atestino. La cerimonia funebre è stata officiata da Don Roberto Garavello. Luca Ponzin amava tanto lo sport del pedale, era la sua vita. Lo praticava nello sterrato con il suo amato rampichino, era abituato a far fatica, salite e discese non lo impensierivano. Nelle gare di Mtb cross country si faceva applaudire perché non mollava mai, aveva grinta ed ogni suo piazzamento era come una vittoria. Ha partecipato a tante gare ciclistiche delle ruote “grasse”, dalla Coppa Colli Euganei, all’Athestina Superbike a tante altre gare ancora, anche fuori provincia e regione. Luca Ponzin, aveva anche la passione dello sport del volano: era uno degli atleti di punta dello Sport Club Primavera di Lozzo Atestino, che è tra i più importanti del Nord Italia. E Luca Ponzin, ieri, in una calda mattinata di fine estate è stato accompagnato per le onoranze funebri dai suoi amati genitori Adriano e Tina, con le lacrime agli occhi, da parenti e da colleghi di lavoro della Komatsu dove Luca, con il suo diploma di perito, ha lavorato per più di cinque anni; da tantissimi amici che lo conoscevano per il suo animo buono. C’erano anche tanti bikers avversari e compagni di squadra, più il sindaco di Lozzo Atestino, Fabio Ruffin.
«Perché proprio a me, perché proprio a me questa grave malattia…?», diceva in continuazione Luca a Don Roberto, che ne ha accennato durante l’omelia. Il morbo Sla ha distrutto il corpo ma non lo spirito di Luca. Ha corso con il Team Este Bike presieduto da Renzo Zordan e con il Velo Club Baone diretto da Agostino Temporin. «Un ragazzo d’oro Luca» ha detto Agostino Temporin «nelle corse ci metteva il cuore».
Era figlio unico, i genitori lo adoravano, dopo la malattia, (la Sclerosi Lateral Amiotrifica,manifestatasi nel 2008) i genitori si sono prodigati per lui.Quando qualcuno andava a trovarlo, in via Castelletto 36 a Lozzo, Luca parlava tramite un monitor collegato ad un computer con telecamera puntata sui suoi occhi: lui aprendo o chiudendo le palpebre scriveva le risposte con molta lucidità. Un’attrezzatura che in Italia costa tantissimo, i genitori l’avevano acquistata negli Stati Uniti via internet, risparmiando molto. Luca, da grande sportivo ha lottato fino all’ultimo. È stato un vero calvario il suo. Nei quattro anni di malattia ha studiato inglese, francese, tedesco e spagnolo. In Italia la Sla ha colpito sportivi come Stefano Borgonovo, ex calciatore di Milan e Fiorentina. Luca ha lavorato alla Komatsu e fatto sport fino ai primi sintomi della malattia, non era sposato e viveva con i genitori. Il suo ultimo desideri è stato di farsi cremare: le sue ceneri saranno conservate dai genitori.
Livio Fornasiero
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova