Adria-Mestre, il viaggio durerà un quarto d’ora in più

Al peggio non c’è fine per i pendolari della tratta ferroviaria Adria-Mestre. Una cinquantina di chilometri che si sono trasformati in una vera odissea quotidiana. Non bastavano i ritardi, le corse soppresse, le carrozze sporche e sovraffollate: entro fine mese il viaggio durerà un quarto d’ora in più. Una doccia fredda, arrivata per bocca del direttore generale, già presidente, di Sistemi Territoriali, Gian Michele Gambato.
La situazione è esplosa lunedì quando la linea è stata riaperta dopo una chiusura di una decina di giorni per il collaudo del Scmt, il nuovo sistema di gestione infrastrutturale.
«Deve essere chiaro» ha puntualizzato Gambato «che le corse ora dureranno di più. Alcune, nel necessario riordino degli orari, rischiano di saltare. Difronte a questi disagi chiederò al cda che sia posto il tema del rimborso almeno a chi ha comprato l’abbonamento». Parole che stridono, e non poco, con quelle pronunciate dallo stesso Gambato meno di un anno fa quando, in municipio ad Arzergrande, incontrò tutti i sindaci dei Comuni interessati dal passaggio della littorina.
«Ad agosto» dichiarò «dovrebbero terminare i lavori di consolidamento del binario. Questi permetteranno ai treni di aumentare la velocità dagli attuali 50 km/h a punte di 70 e 80 km/h e, di conseguenza, recuperare un paio di minuti su ogni corsa». In pochi mesi tutto pare cambiato. Sistemi Territoriali è una Spa con un capitale sociale di 6. 152. 325 euro che ha come socio praticamente unico la Regione che detiene oltre 1,2 milioni di azioni, contro le sole 2 mila dell’altro socio, la Sistemi Territoriali appunto.
«Si va verso la soppressione della tratta per comportamenti concludenti» attacca il vice sindaco Lucia Pizzo, lei stessa pendolare «lo avevo già detto ad Arzergrande ma sono stata presa per pazza. Un incontro farsa, un mero spot in piena campagna elettorale. Chi ci ha spiegato che i treni sarebbero andati più veloci in realtà sapeva già tutto. Gli investimenti in sicurezza, tanto decantati come dei regali, sono in realtà quelli minimali e obbligatori previsti dalle norme tecniche dell’Ansf. Tutto questo è gravissimo. Una presa in giro».
La rabbia dei pendolari per ritardi e disagi monta ogni giorno di più e ci sono già studi legali e associazioni per la difesa dei consumatori pronti a dare battaglia. Altro che rimborso dell’abbonamento: in gioco ci sono richieste di risarcimento congrue per ore di lavoro perse e continui inconvenienti. «È una situazione inammissibile: lavoratori e studenti continuano a pagare per un servizio indecoroso e la Regione non può restare a guardare». Lo denunciano anche i consiglieri regionali del Pd Bruno Pigozzo e Graziano Azzalin che hanno già presentato un’interrogazione sui disagi lamentati dagli utenti per chiedere un intervento della giunta Zaia. —
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