Afterhours: «La Padania è uno stato mentale»

PADOVA. Gli Afterhours presentano questa sera il loro ultimo album, “Padania” allo Sherwood Festival di Padova (Stadio Euganeo, apertura dei cancelli alle 19). La band, che da vent’anni rappresenta...
Di Michele Bugliari

PADOVA. Gli Afterhours presentano questa sera il loro ultimo album, “Padania” allo Sherwood Festival di Padova (Stadio Euganeo, apertura dei cancelli alle 19). La band, che da vent’anni rappresenta una delle più importanti realtà rock italiane, ci regalerà attraverso le proprie canzoni una cruda analisi della società attuale. Parla il leader, Manuel Agnelli.

Come avete costruito la scaletta dello spettacolo?

«La presenza dei brani dell’ultimo album sarà importante; faremo nove, dieci pezzi sui 15 di “Padania” ma ci saranno anche tante canzoni tratte dagli altri dischi, per due ore di concerto. Abbiamo scelto i pezzi del vecchio repertorio tra quelli più sono vicini ai testi dell’ultimo cd».

“Padania” sembra una premonizione della tempesta che ha travolto la Lega Nord.

«Il pezzo è stato scritto molto prima degli scandali con la consapevolezza che avrebbe dovuto indicare il concept del disco. Anche se sentivo che nell’aria c’era questa tempesta, scrivendo la canzone non mi sono riferito alla Lega. La Padania è solo una metafora per dare un carattere alla storia che volevamo raccontare. Gli argomenti riguardano tutti noi, per cui in realtà la tempesta alla quale mi riferivo è del tutto generale. Padania è un modo per dare un carattere geografico ma anche delle visioni: questa terra desolata, il niente, la gente che va a lavorare pensando che sia l’unica cosa che deve fare, la gente rassegnata all’interno di una società rassegnata. Ci piace provocare, se un gruppo rock non è pericoloso, è inutile».

In una recente intervista per spiegare il concept di Padania, lei ha citato “Rimini” di De Andrè e “Nebraska” di Bruce Springsteen.

«Molti altri artisti prima di noi hanno utilizzato una metafora geografica, Springsteen per parlare dei suoi emarginati e De Andrè per raccontare la quotidianità lontana dai grandi eventi. Noi con “Padania” volevamo riferirci a questa dittatura interiore, costruita negli ultimi 30 anni, nella quale siamo tutti vittime. Ci hanno riempiti di paure, utilizzando i media, per farci credere che uscire di casa, pensare e partecipare sia pericoloso. Il G8 di Genova è stato emblematico perché ha ucciso un movimento in maniera violenta per far arrivare il messaggio: non alzate la testa, è pericoloso».

Dopo 10 anni, è tornato negli Afterhours il chitarrista Xabier Iriondo.

«Xavier è un musicista fantastico che rivedrete dal vivo. Su “Padania” però la maggior parte delle chitarre sono di Giorgio Ciccarelli ».

I biglietti costano 18 euro; in vendita su www.sherwood.it e stasera al botteghino del fetival.

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