Aggressore seriale, intero quartiere vive nel terrore

PADOVA. «Ho paura. A Brusegana abbiamo paura di lui in tanti. E se non sarà condannato, farò causa al parroco di Santo Stefano per l’aggressione subìta in patronato due anni fa», ammette Gino Bellon, 84enne residente nel quartiere di Brusegana. Nello stesso quartiere vive l’aggressore Lorenzo Soranzo, 54enne che abita a due passi dalla Chiesa di Santo Stefano.
Le aggressioni
Tre vittime, che lo hanno denunciato, temono per la loro incolumità, forse per la loro vita. Una di loro è il pensionato, residente a 200 metri dal suo aggressore, costituito parte civile (con l’avvocato Claudio Michelon) nel processo in corso davanti al giudice di pace Guido Piccinni: Soranzo è imputato del reato di lesioni. «Ho paura. Vivo solo e sono invalido al 100 per 100 per motivi di salute. Se fossi ancora aggredito, come è accaduto due anni fa, non sarei in grado di lottare e difendermi», spiega il signor Gino, vedovo, da poco uscito dall’ospedale. Il processo riguarda pure le aggressioni ad altre due persone: un’altra pensionata 80enne spinta contro una ringhiera con forza tale da provocarle la lesione a un timpano; una 50enne colpita a pugni. Quest’ultima ha inviato una lettera al sindaco, pregando di allontanare Soranzo dal quartiere.
Parla una vittima
Gino Bellon ha voluto cambiare parrocchia dal 13 ottobre 2017. «Quel giorno ero nel patronato di Santo Stefano. Soranzo entrò urlando “ti te parli mae de mi e mi te copo (tu parli male di me e io ti uccido)”. Mi fece cadere girandomi di 90 gradi un dito della mano, poi mi fece sbattere la testa contro lo spigolo del biliardino». Risultato? Quattro punti sopra l’occhio destro e una prognosi di 10 giorni poi destinata a lievitare fino a 80 avendo dovuto affrontare una serie di terapie. «Tutto è finito nella competenza del giudice di pace che, nell’udienza del 13 maggio, ha detto di voler capire se l’imputato è matto» si sfoga il signor Gino.
È stata ordinata una perizia su Soranzo per accertare se sia in grado di intendere e di volere. Ennesimo rinvio e vittime costrette a vivere nel terrore. Gino Bellon non ci sta: «Tre e due mesi fa mi ha svegliato di notte suonando il campanello di casa. Ha anche infilato uno stuzzicadenti danneggiando la spina. Ora se lui non sarà condannato e non mi risarcirà, visto che pur frequentando il patronato è l’unico a non pagare l’assicurazione, farò causa al parroco di Santo Stefano. Parroco che gli ha garantito dei lavoretti».
Un altro attacco
La sera del 15 aprile 2015 Soranzo fu arrestato dal tenente colonnello dell’Arma Francesco Rastelli che, casualmente, a cena in un ristorante di Brusegana, vide in strada un uomo in fuga. Chiedeva aiuto cercando di sfuggire al vicino di casa (Soranzo) che voleva raggiungerlo impugnando un machete.
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