Bimbo di sei anni punto da un calabrone al centro estivo: va in shock anafilattico

Il bambino è stato ricoverato in ospedale. Zanforlin, presidente di Apa Padova, l’associazione patavina degli apicoltori: «La proliferazione degli imenotteri è dovuta al cambiamento climatico»

Federico Franchin
Un nido di calabroni
Un nido di calabroni

Un bambino di 6 anni è stato ricoverato in ospedale dopo essere stato punto, presumibilmente da un calabrone, all’interno del cortile della scuola per l’infanzia Mago Merlino di Monterosso, ad Abano.

È successo qualche giorno fa e il piccolo è stato immediatamente portato in pronto soccorso in shock anafilattico, in quanto allergico. Le sue condizioni non sono gravi, ma deve essere trattato in ospedale.

Ma la presenza di api, calabroni e vespe si è fatta notare in tutta la provincia di Padova in queste settimane causando apprensione non solo nei genitori dei bambini che frequentano i centri estivi, ma nella popolazione in generale.

Quando il calabrone punge, inietta un veleno che causa un acuto dolore, ma che non è pericoloso, a meno che non si sia allergici.

La gravità dipende dalla reazione individuale al veleno e dal numero di punture.Il fatto, tuttavia, ha scatenato l’ira dei genitori dei bambini che stanno frequentando il centro estivo e che già si sono lamentati del fatto che la scuola non è dotata di condizionatore, malgrado le temperature elevate.

Nel cortile della scuola, fanno sempre sapere i genitori, vi sono sotto agli alberi almeno tre nidi di calabroni, che devono essere rimossi nel più breve tempo possibile per mettere in sicurezza l’area.

«La presenza sempre più frequente e importante di nidi di calabroni è dovuta alle temperature elevate di queste settimane», spiega Silvano Zanforlin, presidente di Apa Padova, l’associazione patavina degli apicoltori «i cambiamenti climatici e il caldo, anche umido, di questi ultimi 15 giorni hanno portato a una proliferazione».

A dimostrarlo le richieste di intervento: «Da maggio ad oggi abbiamo ricevuto 250 chiamate di intervento», rivela «alcune sono dovute alla presenza di api, che andiamo a rimuovere e salvare, altre per vespe e calabroni. In questo caso vanno soppresse».

Le telefonate arrivano da tutte le zone.

«Abbiamo grossi problemi in città», dice «ci sono molte zone piene di nidi. Per esempio siamo andati in piazza De Gasperi per la presenza di un grande nido di calabroni all’ottavo piano di una palazzina. Ma sono anche altre aree centrali ad essere interessate». E non è tutto. «Siamo andati in alcune zone delle Terme, nei pressi del ristorante La Cicogna di Torreglia, a Rubano, anche in una scuola, a Ponte di Brenta e persino al cimitero di Villafranca Padovana».

Le modalità di intervento sono sempre le stesse. «Le persone contattano i vigili del fuoco e la Polizia locale, che poi girano le richieste di intervento a noi dell’associazione, pensando anche si tratti di api.

Noi arriviamo e interveniamo. Le condizioni sono sempre più complesse ed estreme e, rispetto a un tempo, ormai sono le zone antropizzate a essere interessate dal proliferare di questi nidi di calabroni e vespe», conclude Zanforlin.

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