Agricola Berica ricorre al Tar per salvare il progetto biogas

MONSELICE. Un ricorso al Tar per salvare il progetto di impianto a biogas. L’ha depositato pochi giorni fa l’Agricola Berica. L’azienda di via Rovigana conferma quindi l’intenzione di realizzare l’im...

MONSELICE. Un ricorso al Tar per salvare il progetto di impianto a biogas. L’ha depositato pochi giorni fa l’Agricola Berica. L’azienda di via Rovigana conferma quindi l’intenzione di realizzare l’impianto da 999 Kw, per produrre energia elettrica e termica dagli scarti del pollame. Per poterlo realizzare, chiede al Tar di annullare il provvedimento con il quale il Comune ha bloccato la Pas (Procedura Abilitativa Semplificata), per la costruzione dell’impianto. Con lo stesso atto, l’azienda impugna anche la variante parziale al Prg che fissava per impianti a biogas e biomasse una distanza di 150 metri dai corsi d’acqua e 300 dalle abitazioni, adottata dal Consiglio Comunale il 29 aprile scorso. L’azienda contesta al Comune di avere cassato il progetto, per mancanza degli elementi fondamentali di valutazione, senza che si tenesse la Conferenza dei servizi con tutti gli enti coinvolti. Sempre secondo l’Agricola Berica, inoltre, il Comune non poteva vietare di costruire alle distanze inferiori a 150 metri dai corsi d’acqua e 300 metri dalle abitazioni, come ha fatto con la variante al Prg. Per questo l’azienda punta all’annullamento dei provvedimenti, senza nemmeno chiedere una preliminare sospensiva.

Insorgono i consiglieri comunali della Nuova Monselice Francesco Miazzi e Gabriella Zanin: «il ricorso», affermano, «potrebbe condizionare il consiglio comunale che prossimamente sarà chiamato ad approvare la Variante adottata». Attaccano i due consiglieri di opposizione: «Il comportamento del sindaco Francesco Lunghi è ancora tutto da decifrare. Prima era favorevole al progetto, salvo poi diventarne un apparente avversario. Ma questa presunta avversità si è tradotta in atti poco motivati che hanno lasciato spazio al ricorso dell’Azienda. In commissione ambiente e poi in consiglio comunale» affermano Miazzi e Zanin «non ha voluto ascoltare e accogliere le nostre osservazioni sulla procedura, ha ignorato le nostre considerazioni sul merito della variante e dulcis in fundo, ha chiesto di bocciare a colpi di maggioranza la nostra mozione». (f.se.)

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