A Padova guerra all’alcol venduto nelle sagre: «È illegale, servono più controlli»

C’è il divieto di vendita di bevande con più di 21 grandi, anche in cocktail, durante questo tipo di eventi: «È una legge regionale del 2016, epoca Zaia». L’esposto di Federico Contin ai Nas e alle polizie locali: «C’è chi fa i soldi sulla pelle dei nostri giovani»

Felice Paduano
Guerra all'alcol venduto nelle sagre
Guerra all'alcol venduto nelle sagre

Alzi la mano chi sapeva che durante le sagre – sia quelle paesane che quelle organizzate dai partiti e dalle società sportive – non si possono mettere in vendita bevande alcoliche superiori ai 21 gradi? In pratica possono essere commercializzati senza alcun problema i bicchieri di vino e di birra, compresi gli spritz all’Aperol ed al Campari, ma non i superalcolici (come grappa, vodka, cognac, whisky, rum, gin e gli amari ad alta gradazione), neppure se diluiti in cocktail. Dunque niente gin tonic, vodka lemon, cuba libre e altri mix simili.

E per denunciare le continue violazioni che avvengono sistematicamente in tante sagre e fiere temporanee, Federico Contin – già re della movida e inventore del Naviglio al Portello, e poi ristoratore in diversi locali cittadini – ha inviato un esposto dettagliato ai Nas di Padova ed ai comandi delle polizie locali della provincia. L’invito alle autorità preposte è quello di effettuare controlli capillari per punire le continue violazioni della legge regionale 30 del 2016 (c’era già prsidente Luca Zaia), che vieta assolutamente la vendita e la somministrazione nelle sagre di qualsiasi genere di bevande alcoliche che superano i 21 gradi.

«Siamo davanti ad un grave rischio per la salute pubblica ed in particolare di quella dei minori, visto che questi ultimi hanno facile accesso ai chioschi ed ai gazebo delle sagre, dove vengono somministrate anche le bevande alcoliche ad alta gradazione», scrive nella denuncia pubblica Contin, che parla anche da ex gestore di locali preoccupato per tutta questa «concorrenza sleale».

«Che senso ha tollerare tutte le continue trasgressioni contro la normativa regionale e, allo stesso tempo, continuare ad effettuare tutte le campagne pubblicitarie, anche istituzionali, contro l’abuso dell’alcol? – prosegue Contin – Tra l’altro il sistema di vendita delle bevande superalcoliche durante le sagre e le fiere temporanee rappresenta una vera e propria concorrenza sleale nei confronti dei titolari di bar, ristoranti, pizzerie e pub che, in linea di massima, rispettano tutte le normative vigenti del settore e quasi ovunque sono sottoposti a controlli periodici molto severi e rigorosi».

Sempre Contin rivolge un accorato appello alle forze di polizia e anche alle autorità sanitarie affinché, una volta accertate le violazioni della norma, vengano sanzionati con multe e provvedimenti pesanti tutti coloro che vengono colti in flagranza di reato. «La salute, specialmente quella dei giovani e giovanissimi, va tutelata sempre ed ovunque – sostiene Contin – Le bevande alcoliche, assunte con moderazione ed entro determinati limiti, non fanno male. Ma l’abuso, specialmente quello perpetrato all’interno delle sagre e delle feste popolari dove non ci sono controlli capillari, va combattuto e punito con provvedimenti pesanti. Basta fare cassetta a scapito della legalità e della salute dei giovani. Di sagre in giro ce ne sono ancora nonostante ci avviciniamo alla fine di ottobre. Vigili, carabinieri, polizia e guardia di finanza comincino ad effettuare i controlli in quelle che sono ancora aperte».

Ma Contin non è il solo a chiedere più controlli. Negli anni scorsi anche le associazioni di categoria, in prima fila l’Appe per bocca del direttore Filippo Segato, hanno scritto più volte alle autorità competenti ed agli enti locali, chiedendo controlli più capillari durante le sagre. Quasi sempre, però, queste istanze sono state ignorate.—

 

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