Alcova del sesso in Prato della Valle

Sequestrato un appartamento in via Marghera 37: prostituta cinese clandestina sfruttata da un connazionale
Di Enrico Ferro
FERRO - CARABINIERI IN VIA MARGHERA
FERRO - CARABINIERI IN VIA MARGHERA

Un’alcova del sesso a poche centinaia di metri da Prato della Valle, nel cuore del centro cittadino: un appartamento all’interno del quale una donna cinese di 42 anni, clandestina, si prostituiva giorno e notte. Dopo mesi di indagine i carabinieri della stazione di Prato della Valle hanno ottenuto il sequestro preventivo dell’alloggio, denunciando il titolare del contratto d’affitto, anch’egli cinese, residente a Milano. E’ il decimo appartamento a luci rosse a cui vengono messi i sigilli in pochi giorni.

L’indagine durava da qualche mese e le segnalazioni erano giunte proprio da alcuni residenti. Siamo in via Marghera 37, nel condominio Appiani, un palazzo in cui abitano 27 famiglie. Più di qualcuno aveva notato che all’interno 3, al piano terra, c’era uno strano via-vai, sia di giorno che di notte. Insospettiti i condomini hanno segnalato l’anomalia ai carabinieri del luogotenente Giancarlo Merli, che hanno dato il via agli accertamenti.

Il blitz decisivo è stato portato a termine il 5 febbraio scorso. I militari dell’Arma si sono appostati all’esterno, attendendo che il cliente della prostituta uscisse. Il quarantenne, professionista, dipendente di una multinazionale, originario di Caltanissetta, a Padova per lavoro, ha raccontato di aver pagato per la prestazione sessuale con la donna orientale. A quel punto i carabinieri sono entrati all’interno, trovando R.J., 40 anni, cinese, clandestina, ancora seminuda.

L’appartamento appartiene ad una donna di Treviso, Rosanna Busato, che però era completamente all’oscuro di ciò che accadeva in casa sua. Il contratto d’affitto era stato sottoscritto da Wang Wei, cinese di 30 anni con residenza a Milano. Secondo quanto accertato il ragazzo obbligava la connazionale a prostituirsi. Il caso potrebbe addirittura essere inserito in un contesto più ampio di sfruttamento e sesso a pagamento, sull’asse Milano-Padova. Tant’è che alcuni testimoni giurano di aver visto anche altre donne orientali in quel mini al piano terra.

All’interno dell’alloggio sono stati trovati 4 telefoni cellulari, un computer e una chiavetta per la connessione internet. Il cliente siciliano ha raccontato agli investigatori di essere venuto a conoscenza dell’alcova di via Marghera attraverso le bacheche di annunci in internet.

Ora gli investigatori dell’Arma stanno cercando di chiudere il cerchio, nel tentativo di portare a galla l’eventuale organizzazione che si muoveva dietro a questa storia di sfruttamento.

Il sequestro, chiesto dal pubblico ministero Paolo Luca, è stato convalidato dal gip Lara Fortuna. La proprietaria ora dovrà attendere la conclusione dell’iter giudiziario per rientrare in possesso del suo immobile.

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