Aldo lascia e dopo cinquant’anni chiude la Casa del Tramezzino

la storia
La Casa del Tramezzino è stata messa in vendita. Il titolare Teobaldo – detto Aldo – Righetto, della dinastia omonima che gestisce altri bar in città, ha deciso di ritirarsi a vita privata per due motivi: perché è arrivato a 78 anni e perché, a causa del coronavirus, ha chiuso il locale l’otto marzo e non ha alcuna intenzione di riaprirlo visto che gestire un bar diventa sempre più difficile, anche se l’epidemia sembra alle spalle. Proprio quest’anno la Casa del Tramezzino festeggia il mezzo secolo di vita. Ha aperto i battenti nel 1970 dopo che Aldo, uno degli 11 fratelli Righetto, originari di Pionca di Vigonza, aveva già alle spalle un’intensa attività lavorativa iniziata a 14 anni.
Tra i bar, dove ha lavorato come cameriere o banconista, anche la birreria Wurher, in piazza Garibaldi e la tavola calda Stoppato, in via Altinate. Dal 1970 ad oggi il locale di via Roma, è stato frequentato sia dai padovani e sia dai turisti in città per visitare il Santo e le piazze. Numerose anche le famiglie che, nel corso degli anni, sono andate alla Casa del Tramezzino per festeggiare un battesimo, una cresima o una laurea. «Ringrazio con il cuore in mano i miei figli, Mattia e Barbara e mia moglie Liviana Boldrin, che mi hanno aiutato a portare avanti il locale anche affrontando sacrifici personali» dice Righetto «a 78 anni è arrivato il momento di farsi da parte. Lavoro da quando avevo 14 anni e per 64 anni non mi sono mai riposato neanche la domenica. In pratica ho fatto sacrifici per una vita intera. In giro ci sono tanti gestori giovani che gradirebbero continuare questa bella attività. Se si presenta la persona giusta, una stretta di mano e addio per sempre al mio locale. Prima una lunga e tranquilla vacanza con mia moglie e, dopo, il tipico riposo da pensionato, con più tempo per parenti e amici che, in passato, ho dovuto trascurare perché impegnato nel lavoro sette giorni su sette». —
Felice Paduano
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