Alessio-B, caccia all’opera: installazioni sparse in città

Il writer padovano nasconde dieci sue creazioni: in premio a chi le trova Ha 43 anni e due figli. «I graffiti non sono vandalismi, serve più apertura»

Un gatto multicolore, due bimbi in Vespa, scimmie, aerei e molti cuori. E soprattutto lei, sempre vestita da uomo, ma il cui volto inconfondibile è diventato la firma di questo street artist padovano: la Monnalisa. Alessio Bedin, alias Alessio-B, ha 43 anni e la consapevolezza di essere un uomo fortunato. «Vivo della mia passione, non è da tutti», racconta. In questi giorni si farà un gran parlare di lui e dell’iniziativa che parte oggi e durerà fino a venerdì, e che vuole essere «un tributo a Padova, che amo». Si chiama “Free Art on the Loose” (arte libera a piede libero): dieci installazioni con i suoi soggetti più noti verranno sparse per la città, chi le trova e se le può portare a casa. «Ci pensavo da un paio d’anni ed ora finalmente sono pronto: mi autofinanzio da sempre, e queste sono opere molto costose», continua Alessio. Padre di due bimbi di sette e quattro anni, il graffitaro padovano non nasconde di prendere spesso ispirazione da loro, «che rappresentano il futuro, l’innocenza e la verità, e hanno più appeal ed impatto di una pop star». Le sue opere fanno da anni il giro d’Europa: Londra, Parigi, Madrid e soprattutto Berlino, città diventata apripista per gli artisti, quello che era New York negli anni Ottanta e Novanta.

Di quegli anni Alessio-B non dimentica l’ipercolorazione di Andy Wharol e la pop art di Keith Haring. A settembre scorso è stato protagonista della Biennale di Venezia all’interno del primo evento dedicato alla street art e al fenomeno writer, “Back2Back”: un vero e proprio affresco di due metri di altezza per dieci di lunghezza, in cui l’artista ha messo in scena un gruppo di bambini che si divertono a scrivere sui muri con la bomboletta “follow your heart” e “art is not a crime”. «A questo messaggio tengo molto», sottolinea. «I graffiti non sono vandalismo. Sta nella filosofia dell’arte di strada che siano opere d’arte a tempo limitato: nascono e muoiono o vengono sostituite. In questo senso mi piacerebbe che Padova diventasse una città più aperta a queste forme di espressione, che non si facessero campagne contro il graffitismo».

Come nascono questi lavori? «C’è un lungo lavoro in studio, quasi totalmente manuale: si preparano fino a quattro stencil, che vanno sovrapposti per ottenere più colori». E poi arriva la parte più dinamica: quella in cui ci si sveglia alle quattro del mattino e si cala in città, che «a quell’ora ha tutto un altro sapore. La gente della notte non fa quasi più caso a me: sanno chi sono e cosa faccio». Alessio vive la città, ma punta molto all’estero. Soprattutto a Parigi dove, ancora ragazzino delle medie, è stato folgorato dai lavori di Black Le Rat, che ha letteralmente invaso la città con quasi due milioni di topi, rigorosamente disegnati. «In occasione della mia prima mostra a Parigi volevo portare qualcosa che rendesse omaggio alla città ma che fosse anche molto mia. È lì che ho avuto l’idea della Gioconda: interpretata a modo mio, moderna, completamente rivisitata». Arriva, inevitabile, il confronto con l’altro writer cittadino, Kenny Random: «Lo conosco e condividiamo gli spazi, apprezzo il suo lavoro. Ma abbiamo stili completamente diversi». Chi volesse tenersi informato sulla vita artistica di Alessio-B può farlo attraverso il suo sito (www.alessio-b.com) e i suoi social network di riferimento: Facebook e Instagram, che in questi giorni sono affollati di immagini relative all’evento “Free Art on the Loose”.

Annalisa Celeghin

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