Allarme assetto idrogeologico
Pavan (Cdq sud-ovest): occorre manutenzione

LA PROTESTA L’alluvione di novembre scorso che ha colpito la zona della Paltana
PALTANA.
Resta in primo piano la questione dell'assetto idraulico del territorio soprattutto dopo le recenti alluvioni dell'anno scorso che hanno coinvolto anche la zona della Paltana. Sull'argomento abbiamo sentito il presidente del quartiere sud-ovest, Francesco Pavan. Il problema è semplice nella sua drammaticità: quando piove molto, i nostri argini non ce la fanno a contenere il fiume e "rompono". Questione che ne solleva poi altre: conviene fare delle piste ciclabili sugli argini, che talvolta scendono addirittura in golena, se poi le stesse vengono mangiate dal Bacchiglione? Vale la pena, nella costruzione degli argini, far derivare anche un percorso ciclo-pedonale? Tutto si riconduce all'unico quesito: come evitare che il fiume straripi.
«Innanzittutto - spiega Pavan - sono necessari interventi scala regionale. Vi è una sorta di "catino", delimitato dal Bacchiglione e dal canale Battaglia, chiamato scolo Menona, che raccoglie l'acqua che si deposita a sud del fiume. Se l'obiettivo fosse solo far defluire più rapidamente l'acqua, basterebbe scavare di più il Menona, o scavare un altro scolo. Ma essa deve andare avanti, e la soluzione non può essere far allagare i territori che vengono dopo di noi. E qui entra in gioco un nuovo elemento: le cosiddette casse di espansione. Esse sono delle zone che si prevede verranno allagate, per non far sommergere le abitazioni circostanti. Una è già attiva in via Madonnina, a Voltabrusegana, e gli abitanti della zona non hanno risentito dell'esondazione dello scorso novembre». Poi c'è la questione dei fossi. «Da noi - ricorda Pavan - scioccamente trascurati. Lasciati in un contesto tra il pubblico e il privato, in cui quest'ultimo non si è curato di essi o se n'è dimenticato. Essi sono infatti in larga parte intasati o interrati, e questo non ha permesso che si riempissero d'acqua per poi lasciarla defluire lentamente e senza danni». Pare, comunque, anche a detta del presidente Francesco Pavan, che la chiave di tutto stia in una semplice parola: manutenzione. «Per questo il Consiglioo di quartiere, che non ha competenza in merito, come d'altra parte non ne ha il Comune - sottolinea Pavan - ha intenzione di proporre un ciclo di conferenze su questi temi ambientali, per poter avere un confronto con le autorità preposte (come il Consorzio di Bonifica), e discuterne con i cittadini.
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