Allarme cimice asiatica nel territorio padovano Perdite per 25 milioni

MONTAGNANA. L’anno scorso pareva “ghiotta” solo di pesche e ciliegie, per questa stagione invece a rimetterci sono anche pere, mele, albicocche, pomodori, zucchine, peperoni, insalata e perfino il mais. La Cia di Padova non si risparmia nella denuncia: «La cimice asiatica sta letteralmente distruggendo l’agricoltura del territorio, espandendosi a macchia d’olio anche nelle altre regioni».
Nella Bassa padovana gli agricoltori stanno facendo l’impossibile per scongiurare il disastro, come spiega l’imprenditore Antonio Quota di Barbona: «Si sta moltiplicando come un fungo. Abbiamo passato giorni e giorni svegliandoci alle 3 del mattino per distribuire i trattamenti con prodotti conformi alla certificazione biologica, ma non è servito a nulla».
Risultato? I trenta ettari di pere e mele biologiche quest’anno si sono dovuti arrendere ad un calo di vendita dell’80%. La provincia di Padova conta quasi 800 ettari di superficie coltivata a pere e mele, che rischia di essere seriamente compromessa dalle infestazioni della cimice asiatica. Ma il fenomeno non interessa solo le aziende produttrici di frutta: «Sta attaccando tutto, anche i fagiolini. Sta colpendo zucchine e melanzane: una volta punte, le piante vanno in autodifesa e non fioriscono più, interrompendo la produzione», racconta Paola Franceschin, imprenditrice agricola e presidente di Cia di Piove di Sacco.
Da Monselice, Marco Zambon, presidente dell’associazione Dal Campo alla Tavola, parla invece di «situazione senza precedenti. Al maltempo, alla siccità, alla burocrazia si aggiunge la cimice asiatica, che sta devastando tutte le coltivazioni, compresi insalata, pomodori e peperoni».
Coldiretti Padova ha segnalato un danno pari a 100 milioni di euro nel Veneto: per la nostra provincia di parla di 25 milioni, concentrati nella Bassa padovana. Le associazioni di categoria chiedono interventi precisi alle istituzioni: ricerca scientifica, lavoro di squadra tra Regioni, contributi ministeriali e finanziamenti per misure di difesa come l’installazione di reti antinsetto. Aggiunge Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova: «Serve il varo di un bando in regime de minimis che eroghi delle compensazioni ai frutticoltori che presentano un danno da cimice superiore al 30%, sulla falsariga del bando della Regione Friuli Venezia Giulia».
Nicola Cesaro
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