All'asta ippodromo e hotel Padovanelle

Prezzo di partenza 18 milioni di euro: la vendita prevista per il 28 aprile
LA VENDITA. Il complesso alberghiero fermo dal luglio del 2008
LA VENDITA. Il complesso alberghiero fermo dal luglio del 2008
 
PONTE DI BRENTA.
Asta pubblica per l'alienazione del complesso immobiliare «Ippodromo le Padovanelle» e dell'area su cui si trova l'hotel. Il 28 aprile prossimo alle 10 nella sede della Pia Fondazione Vincenzo Stefano Breda, in via San Marco 219 a Padova le operazioni si svolgeranno dinnanzi all'apposita commissione di gara. Il prezzo di partenza è di 18 milioni di euro. La gara avrà luogo con il sistema del massimo rialzo, con offerte segrete. L'ippodromo, che fu inaugurato il primo maggio del 1962 si sviluppa su una superficie di circa 142.000 metri quadrati divisa tra area destinata al pubblico, pista da gara, pista da allenamento e scuderie.  La pista di gara dell'ippodromo è lunga all'incirca 800 metri, per una larghezza di 16 con un fondo costituito da sabbia del Brenta. L'ippodromo è attualmente concesso in locazione alla società «Le Padovanelle».  L'hotel, che ha il medesimo nome, si presenta in uno stato conservativo normale, sia per quanto riguarda la hall, le camere e le piscine. Il tutto è inutilizzato dal luglio del 2008 e per questo tutti gli impianti riguardanti le piscine sono da ripristinare. Il corpo che riguarda il ristorante, le cucine, le celle frigorifere ha subito dei danni a seguito di un incendio.  Non da sottovalutare la scadenza della locazione e del diritto di superficie, fissata al 31 dicembre 2022. Nel bando d'asta viene specificata la pendenza della causa dinnanzi al Consiglio di Stato per l'annullamento della sentenza del Tar: oggetto della contesa la deliberazione della Pia Fondazione che in autotutela aveva annullato d'ufficio alcuni atti con la stessa società «Le Padovanelle». Esiste un vincolo di destinazione d'uso perpetuo per l'ippodromo derivante dalle tavole che verrà riportato nell'atto di rogito. Per partecipare alla gara bisogna versare una cauzione pari al 5 per cento dell'importo e pertanto di 900.000 euro. La prima ipotesi di alienare era stata fatta nel maggio del 2010 a seguito di un buco di 14 milioni e 356 mila euro alla fondazione Breda dall'allora il commissario regionale Ennio Fortuna (ex magistrato).  Fu l'inizio del buio profondo per la «Pia Fondazione» messa in piedi con il lascito testamentario del senatore Vincenzo Stefano Breda, che ha lasciato una vera fortuna a Padova, dopo aver costruito anche l'acquedotto. L'ippodromo, da quanto risultava nel 2010 è affittato ad appena 139 mila euro l'anno. Da qui l'alienazione nonostante il contratto stipulato nel 1966 con «Le Padovanelle» conceda, come detto, il diritto di superficie fino al 2022. Pesantissima è invece l'esposizione con le banche: quasi 18 milioni in totale. La Breda deve 7,7 milioni ciascuna a CariVeneto e Antonveneta, più altri 2,5 milioni alla Bcc Sant'Elena. Per questo la CariVeneto ha deciso di ridurre tutte le anticipazioni ordinarie di cassa e la Fondazione è senza liquidità. Antonio De Poli, all'epoca assessore regionale, aveva già consigliato con insistenza di vendere l'ippodromo, senza ottenere nulla dalla Breda.

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