Allievi di arti marziali ed ex colleghi agenti all’addio a Nicola Berto

Funerale a Vanzo per la vittima dell’incidente a Este La promessa del figlio Marco: «La tua scuola non chiuderà»
BELLUCO, Ag. Zangirolami, 05.06.2018 San Pietro Viminario (PD) Funerale Berto Nicola
BELLUCO, Ag. Zangirolami, 05.06.2018 San Pietro Viminario (PD) Funerale Berto Nicola

SAN PIETRO VIMINARIO. Un addio commosso, tra gli ex colleghi, gli amici, i famigliari e soprattutto tra gli allievi che in Nicola vedevano una guida e un maestro.

Ieri pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Vanzo, è stato celebrato il funerale di Nicola Berto, 52 anni, stimato maestro di arti marziali: il motociclista morto undici giorni fa in sella alla sua motocicletta. Berto è rimasto vittima di un incidente mentre era in sella alla sua Honda Hornet, lungo il tratto atestino della regionale 10. La moto è stata toccata da una Fiat Punto impegnata in una svolta: sbalzato a terra, il cinquantaduenne ha colpito violentemente il palo di un semaforo.

«Eravamo davvero in tantissimi a salutare Nicola, mio padre e mio maestro» dice il figlio Marco «Sono stato veramente onorato di tutte queste presenze». Tra picchetti d’onore e gonfaloni, in chiesa sono arrivati i rappresentanti dell’Avis, per cui Berto era donatore da sempre, ma anche dell’amministrazione comunale e del comando della polizia penitenziaria della Casa di reclusione di Padova. Il cinquantaduenne aveva lavorato come ispettore capo e ieri era presente una rappresentanza in divisa oltre al commissario comandante. Con loro, infine, c’erano anche membri dell’Associazione pensionati di polizia penitenziaria.

E poi c’era chi, soprattutto dopo la pensione, aveva condiviso con Berto la passione per le arti marziali. Era stato proprio lui, qualche anno fa, a fondare la Scuola delle 9 Armonie di Conselve. All’ingresso della chiesa sono state sistemate anche delle foto che ritraevano il cinquantaduenne in divisa da agente penitenziario e da maestro di arti marziali, accompagnate dalla scritta “Ciao Nicola”. Don Renzo, nel corso dell’omelia, ha ricordato la saggezza e la bontà della vittima, sottolineando anche l’importanza del perdono per chiunque, in un modo o nell’altro, sia stato causa dell’incidente che ha spezzato la vita del motociclista. «Continueremo a portare avanti quanto ha creato» assicura il figlio Marco «a partire dalla scuola di arti marziali, che vivrà grazie a me, agli istruttori e agli allievi cresciuti con lui».

Nicola Cesaro

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