Allison, è blocco totale con sciopero a oltranza

I lavoratori: linea dura fino a quando non ci sarà una trattativa sul trasferimento L’azienda potrebbe ricorrere all’assunzione di interinali per evitare la protesta
Di Riccardo Sandre

I lavoratori della Allison incrociano le braccia fino al raggiungimento di un accordo con l’azienda. Dopo un’assemblea straordinaria svoltasi ieri mattina, i dipendenti della società che vuole chiudere la sede padovana per trasferirla (con i 120 addetti) a Volta Mantovana hanno scelto la via dell’assemblea straordinaria permanete e il blocco delle attività aziendali con presidi di fronte ai cancelli della struttura.

Settanta dipendenti, divisi in cinque gruppi da una quindicina di persone ciascuno, presidiano da ieri altrettanti accessi all’edificio che ospita l’azienda che produce occhiali a marchio Moncler, Benetton e altri. «Non vogliamo creare danno a nessuno» spiega Serena Paccagnella, Rsu dell’azienda «ma ci troviamo costretti a un’azione di protesta che durerà fino a quando non sarà avviata una trattativa».

Dopo il fallimento dei tavoli istituzionali indetti sia in Provincia che in Regione e l’indisponibilità dell’azienda a qualsiasi confronto alternativo alla proposta di trasferimento di tutti i lavoratori nella sede di Volta Mantovana, gli addetti hanno dunque scelto la linea dura. «Alcuni di noi, in assenza di alternative saranno probabilmente costretti ad accettare di fare oltre 250 chilometri al giorno per andare a lavorare ma è assolutamente improponibile che l’azienda non conceda alcun incentivo chilometrico o anche soltanto dei buoni pasto o uno spazio per la mensa che per altro qui già abbiamo» spiegano i lavoratori di Allison in presidio di fronte ai cancelli. «Ad ogni modo qui sono molte le famiglie che hanno un unico reddito, in alcuni casi perché già l’azienda aveva lasciato a casa una trentina di lavoratori, mariti o mogli di chi oggi rischia di perdere il lavoro in questo trasferimento. Spendere circa 800 euro al mese per andare a lavorare azzererebbe di fatto stipendi che non superano i 1.200 euro al mese».

Le speranze dei lavoratori oramai sono appese al filo di un incontro al ministero dello Sviluppo economico richiesto già lo scorso 25 agosto e ancora non calendarizzato. «Per tutelare i lavoratori è importante capire quale sia il progetto industriale della società anche in relazione ai 60 dipendenti della Trudy di Udine ora in cassa straordinaria che rischiano probabilmente la stessa fine di quelli di Allison» spiega Barbara Schiavo della segreteria Filctem Cgil. «Oltretutto pare che l’azienda voglia assumere lavoratori interinali per sostituire quelli in sciopero. Un grave comportamento antisindacale le cui conseguenze legali non tarderebbero certo ad arrivare».

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