All’ospedale il benzinaio rapinato dell’incasso

PIOVE DI SACCO. Colpito alla testa, buttato a terra e minacciato: Stefano Meneghello ha ricostruito ai carabinieri la rapina di cui è rimasto vittima nel tardo pomeriggio di lunedì davanti alla cassa continua della Banca Popolare del Veneto di viale Europa dove era andato a depositare gli incassi del distributore di benzina Total Erg gestito dalla società di famiglia, la Valli Carburanti. Il quarantasettenne ha trascorso la notte in ospedale, dove è stato trattenuto per accertamenti: è stato dimesso ieri mattina con cinque giorni di prognosi. «Mio figlio è molto provato», racconta Giorgio Meneghello, ex vice sindaco di Piove di Sacco, «al di là della botta alla testa risente ovviamente dello choc per quanto accaduto. In quei pochi istanti in cui si è consumata la rapina non ha avuto modo di reagire in alcun modo, in ogni caso sarebbe stato saggio e prudente non fare nulla. Quelle persone erano armate anche se Stefano non ha visto se di pistola o coltello, e per come hanno agito erano assolutamente determinate». Gli ingredienti per una tragedia nella tragedia, in fondo, c’erano: Meneghello nel marsupio dove teneva i contanti da depositare, circa 40 mila euro, aveva anche una pistola, regolarmente detenuta. L’arma era carica e i malviventi hanno rubato anche quella insieme al denaro. «Non credo proprio che l’avrebbe mai usata», stigmatizza il padre, «certo è che da ora in avanti dovremo cambiare le nostre abitudini. Non ci muoveremo più da soli. Siamo convinti che i malviventi abbiano seguito Stefano dal distributore di Arzerello fino a Piove, sapevano cosa faceva e gli hanno teso un agguato. Non deve più succedere, ma con la fame e la disperazione che ci sono in giro episodi simili purtroppo rischiano di moltiplicarsi».
La rapina dell’altra sera, in effetti, non è già un caso isolato: il precedente risale appena a una settimana fa quando vittima di tre rapinatori è stato un rappresentante orafo, atteso sotto casa e malmenato per rubargli le due valigette con il campionario di gioielli. Le indagini dei carabinieri proseguono a tutto campo: in entrambe le aggressioni pare che i rapinatori parlassero in italiano, ma al momento non ci sono altri elementi che possano avvalorare l’ipotesi che si tratti della medesima banda. I militari hanno sequestrato i nastri delle telecamere di sorveglianza della banca e anche quelle della videosorveglianza comunale per cercare ulteriori dettagli utili alle indagini.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova