Altri due ortopedici entrano in servizio alla Casa di cura

ABANO TERME. La Casa di cura di Abano si scusa per i disagi vissuti giovedì nel reparto del Pronto soccorso traumatologico e ortopedico, e annuncia un piano per fronteggiare l’iperafflusso di pazienti. Il “giovedì nero” dei malati ortopedici, soprattutto quelli con appuntamento alla mano, ha spinto ieri il direttore generale Gianni Paolo Argenti, il primario del Reparto Sergio Candiotto, il responsabile dei servizi del Pronto soccorso, Marco Arboit, e il dirigente medico Paolo Ancilotto, a prendere posizione ufficiale. «Dispiace per il disservizio, perché giovedì avevamo messo in campo tutte le forze possibili, compreso un medico che era nel giorno di riposo ed è arrivato da casa sua, a Mestre, alle 17 a darci una mano. Purtroppo sia giovedì che lunedì si è registrato un afflusso eccezionale di pazienti al Pronto soccorso per traumi vari».
La Casa di cura ha già pronta una doppia risposta per fronteggiare una situazione che nel corso degli ultimi anni è diventata sempre più “d’emergenza”. «Abbiamo già disposto l’assunzione di due nuovi ortopedici, che entreranno in servizio rispettivamente il primo maggio e il primo luglio» è l’annuncio di Argenti, Candiotto, Arboit e Ancilotto «Al momento, compresa la chirurgia del ginocchio, abbiamo 18 medici. In più andremo ad aumentare gli spazi destinati alla zona traumatologica e ortopedica, passando da 3 a 4 sale per la cura dei pazienti».
Il Pronto soccorso di Abano da qualche anno viene preferito agli altri della provincia. «Abbiamo notato molti accessi anche al di fuori dei 90 mila utenti della zona termale» spiegano dalla Casa di cura «Da qualche anno c’è un incremento medio annuo di 1.500-2.000 accessi al Pronto soccorso traumatologico e ortopedico. Nel 2017 abbiamo registrato 34.500 accessi. Fino ad aprile di quest’anno siamo a 11.500. È quindi presumibile, che a fine anno saremo nell’ordine dei 36 mila. Un dato enorme, che ci pone sui livelli dei Pronto soccorso di una città. Ci stiamo quindi organizzando per rispondere al meglio a questo imprevedibile afflusso di pazienti alla Casa di cura. Si pensi che il 22 gennaio dell’anno scorso, dopo la ghiacciata, abbiamo registrato 34 ricoveri, più di quanti ne sono stati fatti per lo stesso motivo a Padova».
Federico Franchin
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