Altri tre giorni da sfollati
Lotta contro il tempo per prosciugare prima della nuova perturbazione

L’INONDAZIONE CONTINUA. A Bovolenta moltissime aziende non sono ancora state liberate dall’acqua, che continua a danneggiare attrezzature e strumenti. A sinistra la furia della corrente ha sfondato persino una saracinesca. Nell’attesa ci si informa leggendo il Mattino
BOVOLENTA.
Serviranno dai tre ai cinque giorni ancora per riportare all'asciutto la zona artigianale e i Pratiarcati, dipende da quanto pioverà tra oggi e domani. Lunghe giornate che quasi 300 persone dovranno trascorrere fuori casa, ospiti di parenti ed amici nella maggior parte dei casi, oppure in palestra, con l'angoscia che prende allo stomaco e il pensiero fisso ai due metri d'acqua che ancora allagano ogni cosa. A questi si aggiungono i 400 lavoratori della zona artigianale che fanno la spola lungo via Padova per vedere quanto si abbassa il lago fra le fabbriche. Ieri, dal segno sul muro, si poteva intuire che il livello per la prima volta era sceso di oltre mezzo metro. «Però scarseggia il gasolio per far funzionare le pompe», spiegano in municipio.
Le imprese.
I titolari delle 35 aziende alluvionate ci sono tutti, fissano con gli occhi gonfi di pianto le vetrine e i capannoni, confortati dai familiari, dagli amici e persino dai dipendenti, comprensibilmente in ansia per il loro posto di lavoro. «Ieri sono entrato in azienda con la barca - racconta Edino Rossetto - l'acqua ha sollevato e spostato ogni cosa: attrezzature, merce, scrivanie. Un disastro, ci vorranno settimane per tornare alla normalità». I dipendenti de La Giulia Group e della New Mamir, due ditte specializzate in tende e accessori, fanno la spola con una barca insieme al titolare Antonio Magagna, che si chiede cosa potrà salvare al termine dell'alluvione. Un altro giovane imprenditore, Cristian Rossetto, che abita accanto all'azienda, la notte dell'inondazione ha dovuto trasferire in fretta e furia il figlioletto di un mese in un posto sicuro. Al di là delle vetrine della rivendita di macchine e attrezzi per il giardinaggio e l'agricoltura di Riccardo Frizzarin qualcuno sta spazzando e asciugando la parte alta liberata dall'acqua. «Stavolta è anche peggio di 16 anni fa - spiegano gli imprenditori - qualcuno di noi sta già cercando un capannone altrove, in luoghi più sicuri».
I residenti.
Al di là della strada provinciale, fra la laguna dei Pratiarcati, spuntano come tanti isolotti le abitazioni, alcune delle quali nuove o ancora da completare.
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