Amava troppo la sua Lucia

di Francesca Segato
STANGHELLA
«La amava troppo. Ha fatto quello che ha fatto perché la amava troppo». Il giorno dopo la tragedia di via Santa Caterina, i familiari di Ferdinando Medea e Lucia Battistella si sono chiusi nel loro dolore.
Il ricordo
Paola, l’unica figlia della coppia, è troppo scossa per riuscire a parlare. È il marito, che vive con lei a Stanghella, a pochi minuti dalla casa della tragedia, a tributare un ultimo ricordo a quella famiglia così unita, e un tempo così felice.
«Erano una coppia perfetta – racconta – due persone stupende, che si amavano tantissimo, si volevano davvero tanto bene. E mio suocero ha fatto quello che ha fatto proprio per questo, perché voleva troppo bene alla moglie».
77 anni lui, 75 Lucia, i due erano sposati da quasi mezzo secolo. Più di 45 anni di vita in comune, segnata da un grande amore, sbocciato quando erano ancora due ragazzini del paese. Quasi destinati uno all’altra dal destino: giardiniere a Villa Centanini il padre di Ferdinando, stalliere della villa quello di Lucia.
Una vita serena, semplice, la loro, quella di una famiglia sempre attiva in paese: lui, per 40 anni meccanico alla Bernacchi di Este, che dava una mano alla sagra, lei, casalinga e mamma, che cantava in parrocchia, faceva la cuoca per la festa del paese, era sempre pronta a tenere i bambini dei vicini. Una felicità stroncata dall’Alzheimer, che poco a poco aveva portato via a Ferdinando la «sua» Lucia. Fino a indurlo al gesto estremo dell’altro ieri.
Due cappi appesi in garage, in mezzo il crocifisso, quasi a chiedere perdono, quasi a ricordare che era un gesto non di crudeltà, ma di estremo amore. Un biglietto per la figlia sul tavolo della cucina. Ferdinando è riuscito a togliersi la vita, ma non a strappare alle sue sofferenze la moglie, colpita da un fendente alla gola.
La tragedia
Ieri ai famigliari sono toccate le tristi incombenze che la morte porta sempre con sé. La data dell’ultimo addio a Ferdinando, tuttavia, non è ancora stata fissata. La salma del settantasettenne si trova infatti ancora all’obitorio dell’ospedale di Monselice, a disposizione dell’autorità giudiziaria che dovrà dare il nulla osta alla sepoltura, dopo l’autopsia o un semplice esame esterno.
Complice il periodo di festività, pare probabile che il funerale non potrà tenersi prima di metà della prossima settimana. sicuramente sarà celebrato nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina a Stanghella, a pochi passi dall’abitazione dei coniugi Medea.
Fuori pericolo
Lucia intanto resta ricoverata in in Otorinolaringoiatria a Monselice, ma i sanitari hanno sciolto la prognosi: ne avrà per 20 giorni. «Dal punto di vista chirurgico la signora sta già meglio – spiega il primario del reparto, il sindaco di Monselice Francesco Lunghi, che l’ha operata al suo arrivo al pronto soccorso – L’operazione è durata meno di un’ora: il taglio inferto le aveva reciso la giugulare e aveva perso molto sangue. Se la lama avesse colpito la carotide, non avrebbe avuto scampo. Ora è fuori pericolo, tra una settimana potrà essere dimessa, ma certo resta il problema della sua grave patologia».
La donna è rimasta sempre cosciente, ma forse non si è pienamente resa conto di quanto accaduto.
La comunità
Dal parroco don Francesco Lucchini, al sindaco Marco Soldà, la comunità si sta stringendo intorno al dolore di questa famiglia Medea. «Abbiamo discusso l’accaduto in Giunta – fa sapere il sindaco Soldà – e restiamo disponibili a offrire un supporto a questa famiglia, ma per il momento non abbiamo richieste in questo senso».
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